Si cercano risposte sulla morte di Katia Ieri il riscontro diagnostico sulla salma

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Si è svolto ieri pomeriggio il riscontro diagnostico sulla salma di Katia Lamberti, la ragazza morta all’ospedale Versilia dov’era arrivata – intorno alle 14 di Ferragosto – in arresto cardiocircolatorio. I medici hanno richiesto un’autopsia ospedaliera per dare una spiegazione alla morte della trentenne. Ma ci vorranno almeno 40 giorni per elaborare i risultati e per chiarire ciò che sospettano i sanitari: ovvero che il decesso sia sopraggiunto per una complicanza acuto cardio-respiratoria della malattia Sars Cov2. Per il Covid.

Katia si sarebbe dovuta vaccinare a fine mese, ma prima di ricevere la dose si è contagiata. Dopo cinque giorni di malesseri modesti, un po’ di febbre, qualche colpo di tosse, ha avuto un peggioramento repentino. Domenica mattina si è svegliata con la febbre alta. Intorno all’una ha iniziato ad accusare dei forti dolori, nel giro di mezz’ora si è aggravata fino a perdere il respiro e i sensi. Il suo compagno, Emanuele, ha chiamato i soccorsi. Ma quando Katia non rispondeva più, ha deciso di caricarla in auto e l’ha portato al Pronto soccorso del Versilia. Qui la giovane donna è arrivata in arresto cardio-respiratorio. I medici hanno provato a riportarla in vita, ma Katia non ha più ripreso conoscenza.

Solo l’autopsia potrà chiarire se ad ucciderla sia stato proprio il virus. Ieri nella sala Covid dell’obitorio del San Luca il medico legale Dunia Bonuccelli ha proceduto con il riscontro sulla salma. Accanto a lei il dottor Vito Vitale, medico di fiducia, incaricato dalla famiglia Lamberti. Per arrivare al responso si attendono i risultati degli esami di laboratorio, virologici e istologici.

mdc