"Se pranzare al ristorante è sicuro, il Governo consenta anche le cene"

Levata di scudi di Confcommercio contro gli effetti del Dpcm Conte: "Un atto ancora una volta sbagliato nei tempi e nei contenuti"

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Confcommercio boccia senza appello l’ultimo Dpcm fikrmato Conte: "Altri gravissimi danni per il settore dei pubblici esercizi".

"Il Dpcm è sbagliato nel contenuto e nelle tempistiche, e penalizza certe categorie commerciali – scrive Confcommercio – In particolare i pubblici esercizi. I protocolli imposti già diversi mesi fa ai ristoranti, onerosi sotto ogni punto di vista, sono stati rispettati in modo attento e puntuale dagli imprenditori. Vista la loro serietà e professionalità, chiediamo adesso che venga concessa loro la possibilità di poter riprendere a lavorare appieno, certi del fatto che loro stessi per primi lo faranno in condizioni di piena sicurezza per tutti. Chiediamo che venga concessa la possibilità di riaprire i locali anche alla sera, nel pieno rispetto di tutte le prescrizioni in materia di tracciabilità, sanificazioni e distanziamento sociale. Se mangiare in un ristorante a pranzo è possibile in condizioni di piena sicurezza, chiediamo che per i ristoranti venga concessa l’apertura serale per la cena almeno fino alle 22. In alternativa a questa richiesta, domandiamo che venga concesso quantomeno di poter aprire alla sera dal lunedì al venerdì". Ai ristoratori versiliesi, però, premerebbe la cena del sabato: è in questa concomitanza che hanno subito le perdite maggiori.

L’associazione insiste: "Serve una programmazione seria e completamente diversa delle ordinanze ministeriali sui colori delle regioni. Non è accettabile che un’ordinanza venga firmata il venerdì pomeriggio ed entri in vigore alla mezzanotte successiva. Se un’ordinanza viene firmata il venerdì non può entrare in vigore prima della domenica. Questo perché i nostri imprenditori hanno necessità di programmare il loro lavoro con un lasso di tempo di almeno 24 ore effettive, sia per l’acquisto delle merci che per l’utilizzo del personale. Fino a oggi abbiamo mantenuto il confronto entro i confini del dialogo e delle proposte, ma la situazione si fa sempre più complessa e rischia davvero di essere sempre più difficile da contenere. E il Governo ne deve prendere immediatamente atto. Riguardo al settore dei baristi, ma anche quello delle birrerie, delle enoteche, delle caffetterie e dei pub, la decisione di proibire la vendita per asporto dalle 18 in poi ha svelato nel corso del weekend appena trascorso la sua assurda inconsistenza. Se il Governo spiega di voler limitare in questo modo gli assembramenti di giovani all’esterno dei locali, noi rispondiamo che in questo fine settimana la c’erano tanti capannelli di ragazzi in giro, tutti muniti di bottiglie e cartoni di alcolici acquistati nei minimarket, dove la vendita di alcolici resta consentita. Ciò dimostra tutta la inutilità del provvedimento, che va soltanto a colpire le categorie coinvolte, generando loro un ulteriore danno economico. I nostri sono imprenditori seri che rispettano le regole. E devono essere messi in condizioni di lavorare. Lo Stato compia il proprio lavoro e non si limiti a chiudere i locali per sopperire alle proprie lacune".