Insegnante aggredita da un genitore. "Colpa di un 4. Sono sconvolta"

Viareggio, il fatto dopo la discussione per l’insufficienza di un’alunna

I prof, nella foto simbolo, chiedono più tutela

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Viareggio, 18 maggio 2018 - "Sono sconvolta, addolorata, incredula". Sentimenti di una giovane professoressa, che ha visto sgretolarsi davanti agli occhi il rapporto, sempre più fragile, tra scuola e famiglia. "Oggi – si sfoga, affidando il racconto al suo diario virtuale – sono stata brutalmente aggredita dal genitore di un alunno/a a cui ho dato, secondo scienza e coscienza, un’insufficienza".

E’ accaduto mercoledì mattina, in una classe del liceo classico Giosuè Carducci di Viareggio. Ultimi giorni di scuola, le finestre semiaperte e l’aria tiepida che filtra con il profumo delle vacanze. Aria leggera, che si mescola a quella rigorosa e ferma che si respira invece tra i banchi. Sono giorni, ore di ripassi cruciali per gli studenti alle prese con gli esami o con qualche materia da recuperare prima dello scrutinio. E c’è un’interrogazione, in un’aula del linguistico, che per una studentessa non va come dovrebbe. Dopo una raffica di domande l’insegnante di storia e filosofia le appunta un 4 sul registro.

Nessun brutto voto è per sempre, ma è fin troppo facile minimizzare ogni giudizio quando la scuola, con le sue sfide e i suoi tormenti, è solo un ricordo. Che torna di tanto in tanto di notte, ma solo nei sogni. Quel 4 per la studentessa pesa come un macigno. Per questo deve aver deciso di confessare all’instante l’insufficienza alla famiglia. Forse per cercare una spalla, una consolazione. Forse perché sapeva che a casa i suoi genitori, che hanno annusato, calmato, e condiviso la sua ansia, attendono un responso.

Quello che nessuno può immaginare, difficile anche da comprendere, è l’epilogo di questa storia. Immediatamente i genitori si sono presentati di fronte al portone di legno, spesso e severo, del Carducci. Hanno salito le scale di marmo che si arrampicano nel ventre dello storico liceo. Determinati nel voler parlare con la professoressa: preparata, appassionata e molto rigorosa. Così la descrivono i colleghi. Volevano capire, senza riuscire a rimandare, il motivo di quel giudizio drastico. E nel corridoio è andato in scena il primo, accesso, confronto. La professoressa, secondo il racconto dei testimoni, ha tentato di spiegare ai due genitori i motivi dell’insufficienza: "Data, secondo scienza e coscienza", come ribadirà sui social. Ma le sue parole non sono bastate. E quando ormai l’insegnante stava già rientrando in classe, la madre della studentessa è entrata e l’ha afferrata per un braccio, strattonandola. Nessun trauma fisico, benché per lo choc la professoressa si sia rivolta alle cure del pronto soccorso. La ferita più profonda è quella morale: "Non è solo un’aggressione personale – risponde a chi le esprime solidarietà – Questa è un’aggressione alla scuola".