Rifiuti, Sea Ambiente sconfitta da Del Dotto

Il Tribunale ha respinto la richiesta di risarcimento per 4 milioni che era stata avanzata dopo il passaggio del Comune di Camaiore a Ersu

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Vittoria giudiziaria del Comune di Camaiore contro la Sea. Personificando la diatriba nata quando Camaiore abbandonò Sea per passare a ’Ersu, al Tribunale di Lucca il sindaco Alessandro Del Dotto ha battuto Fabrizio Miracolo che era presidente di Sea Ambiente quando scoppiò la diatriba (oggi la società è guidata dall’amministratore unico Cesare Bonifazi) e il Comune di Viareggio era il socio maggioritario. Il giudice Giacomo Lucente ha respinto la domanda di risarcimento avanzata dalla Sea, condannandola a pagare 15 mila euro di spese legali.

La Sea aveva adito al Tar, che però si era ritenuto incompetente per giurisdizione in materia di durata e rottura del contratto, e relativi risarcimenti. Quindi la società si era rivolta al Tribunale ordinario. Nella dura contestazione contro il Comune di Camaiore, Sea Ambiente Spa sosteneva che il contratto di servizio fosse ancora valido perché l’ente locale non aveva fatto alcun recesso. E quindi aveva domandato il riconoscimento del contratto, e la condanna di Camaiore a osservare gli obblighi contrattuali non più onorati dal 30 settembre 2019, quando il servizio rifiuti era passato a Ersu in virtù del nuovo contratto stipulato l’8 marzo 2019. In prima battuta Sea aveva chiesto al Tribunale il riconoscimento di 4 milioni di danni; in via subordinata, la società presieduta dall’avvocato Fabrizio Miracolo chiedeva, qualora il giudice avesse riconosciuto le comunicazioni del Comune a Sea quali notifiche di recesso (9 e 27 settembre 20919), il cosiddetto ristoro del lucro cessante e il danno economico subìto in base all’articolo 1671 del Codice civile, pari a 3,5 milioni di euro.

Il giudice ha rilevato come l’articolo 4 del contratto di servizio che avevano stipulato Camaiore e Sea prevede che l’accordo rimane efficace fino all’individuazione del gestore unico d’area vasta dei servizi d’igiene del territorio (RetiAmbiente) e finché il Comune resta socio di Sea Ambiente. Ne deriva, secondo il Tribunale, che il contratto prevede la propria risoluzione automatica in un caso o nell’altro. La questione della perdita della qualità di socio in capo al Comune non è prevista invece dal capitolato prestazionale, ma ciò è ininfluente perché è il contratto che determina diritti e doveri dei contraenti. Inoltre il giudice ha riesaminato atti e comunicazioni dal 2017 in poi, relativi alla costituzione di RetiAmbiente con la partecipazione delle società locali dei rifiuti, Sea compresa, ricavandone la convinzione non per questo Camaiore debba essere considerato ancora socio di Sea Ambiente.

Beppe Nelli