"Quale sviluppo? È Speculazione No ai progetti pensati per le Marine"

Associazioni ambientaliste sul piede di guerra contro il nuovo Piano integrato del Parco di Migliarino "I Comuni vogliono accontentare gli imprenditori svincolando le aree protette a danno della natura"

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L’anticipazione dei contenuti del nuovo Piano integrato del Parco di Migliarino è stata seguita dall’inconsueto silenzio delle associazioni ambientaliste. Tutte d’accordo con l’estrazione della Marina di Levante dall’area di competenza del Parco, la riduzione dei vincoli du Marina di Torre del Lago e Belvedere, le nuove opportunità di sviluppo economico e turistico? Macché. Ieri Amici della Terra, Comitato Voci degli Alberi, Italia Nostra, e Legambiente hanno alzato le barricate: "Il Parco è sotto attacco".

"Le dichiarazioni di Bani – scrivono gli ambientalisti – indicano che il Parco è stretto nella morsa della speculazione camuffata da promesse di sviluppo e benessere economico. Così mentre la crisi climatica va inasprendosi, con effetti sempre più pesanti sotto gli occhi di tutti, si propone di demolire le aree protette, che con la loro biodiversità, rappresentano il puntello che finora ha contribuito ad evitare il collasso. Con Comuni che, per soddisfare i desiderata di alcuni imprenditori, chiedono di svincolare aree protette e costruire strade per dare via libera a nuovi progetti sempre più invasivi, come quelli improponibili della nuova marina di Torre del Lago o della ciclabile attraverso la Lecciona".

Le associazioni immaginano "un film già visto con la realizzazione dei locali, oggi in abbandono, che si vorrebbero rilanciare con il cambio di destinazione in residenziale per B&B, al quale siamo siamo nettamente contrari, perchè favorirebbe altra urbanizzazione ed aumenterebbe la concorrenza a danno degli alberghi degli attuali bed and breakfast. Ma non basta: si vuole anche ridurre la superficie del Parco, privando i cittadini dei beni che il Parco offre: svago, tranquillità, aria salubre, acqua pulita. Oggi il Parco è di circa 24.000 ettari E non si comprende quale sia la contropartita nell’ aumentare “da 14.000 a 17.000 ettari di area interna”. Che fine faranno i restanti 7.000 ettari? Se parte delle aree interne e delle aree esterne diventeranno “aree contigue”, questi ettari passeranno fuori i confini del Parco, in balia del volubile e facilmente influenzabile governo dei Comuni".

Da qui la bocciatura (e ricordiamo che gli ambientalisti siedono nelle istituzioni del Parco): "Più che una rivoluzione copernicana sarebbe giusto perlare di un “bomba libero tutti” che danneggia molti a vantaggio di pochi. Confidiamo che il Comitato Scientifico del Parco si opponga a che questo accada, supportando le richieste avanzate dai cittadini nei processi partecipativi svolti, cioè di ampliare la superficie del Parco, promuovendo attività sostenibili in grado di usare risorse senza distruggerle, curando il degrado senza crearne dell’altro".

Beppe Nelli