La Provincia fa causa al Comune di Viareggio. Vuole riavere 2,5 milioni di crediti

Il «buco» riguarda anni di sovrattassa Tari mai versata all’ente

Con la Tari si paga anche l’addizionale provinciale, ma se l’evasione è al 30% i conti non tornano

Con la Tari si paga anche l’addizionale provinciale, ma se l’evasione è al 30% i conti non tornano

Viareggio, 5 aprile 2018 - La Provincia ha fatto causa al Comune. Vuole indietro 2 milioni e mezzo di euro dell’addizionale Tari (e in precedenza Tarsu) mai ricevuti. Secondo la Provincia sono soldi dovuti per molte annualità, anche prima del dissesto (fase che compete all’Organo straordinario di liquidazione). Costituiscono il gettito della sovrattassa per le funzioni ambientali della Provincia, che i cittadini pagano in aggiunta al costo di raccolta e smaltimento dei rifiuti che oggi costituisce la Tari. Soldi che il comune ha riscosso: per lo meno dai cittadini che pagano, visto che da anni (o per anni) c’è stata un’evasione di circa il 30% sulle tasse dei rifiuti (18 milioni di euro solo nel periodo 2014-16), e gli evasori ovviamente non hanno versato nemmeno l’addizionale provinciale.

La determina 313 della Provincia in realtà parla genericamente anche di altri crediti vantati verso Viareggio, ma all’avvocato Augusto Senesi di Lucca è stato dato l’incarico di fare causa per recuperare – al momento – solo i crediti ambientali. Si tratta di ben 1.737.77 euro di competenza Osl, che quindi riguardano le annualità precedenti al 1° gennaio 2014. E di 757.971 euro pretesi dal comune, quindi attinenti al bilancio ordinario post dissesto. Per questa causa l’avvocato Senesi ha rimesso alla Provincia un preventivo di notula di 19.390 euro. «L’amministrazione comunale – è scritto nella determina – non ha mai dato alcuna risposta, di qualsivoglia tipo, anche verbale, in merito alle intenzioni di provvedere in qualche modo all’estinzione dei debiti, nonostante le numerose lettere raccomandate e mail anche informali mandate al sindaco, agli assessori, ai dirigenti». Sono state fatte anche lettere di messa in mora, anche perché questa irregolarità è stata valutata «rilevante ai fini del danno erariale».

Infatti l’avvocato Senesi già nel giugno scorso aveva cercato un accordo transattivo. Per due volte invece il comune ha negato l’esistenza di questi crediti, e «senza accordo alcuno» ha compensato il suo debito «con le rate non più dovute dalla Provincia per il contratto d’uso dell’edificio del Marconi». Nel 2004 la Provincia s’era impegnata a rimborsare rate di finanziamento per 87.485 euro l’anno; poi in determina si parla di crediti per il Nautico vantati dal comune ma che la Provincia non riconosce. Tant’è che, secondo Palazzo Ducale, c’è «la necessità di giungere ad una univoca interpretazione della convenzione per l’Istituto nautico» (questa mescolanza dell’alberghiero Marconi col nautico Artiglio appare poco chiara al momento).

Comunque, per quanto riguarda il milione e 737 mila euro del pre dissesto, è evidente che è competente l’Osl. Non si sa se la Provincia ha fatto istanza di insinuamento nella massa passiva dei creditori, nel qual caso comunque potrà recuperare solo il 50% di quanto vantato, come previsto dal Tuel.