Il progetto bocciato di Città Giardino. "Così si mette un freno allo sviluppo"

Operatori e cittadini attendono la riqualificazione della Terrazza

Il travertino ormai spaccato dopo l’incuria di troppi anni. Dovrà essere recuperato

Il travertino ormai spaccato dopo l’incuria di troppi anni. Dovrà essere recuperato

Viareggio, 18 ottobre 2018 - Mentre pedoni (e ciclisti, anche se non potrebbero) finiscono nelle buche sulla Terrazza della Repubblica, la città prova a metabolizzare la bocciatura da parte della Soprintendenza alle Belle Arti del progetto per la nuova pavimentazione a mosaico, con annesso obbligo di rifare la pavimentazione in travertino.

«La pavimentazione a mosaico non la conosco – spiega Antonio Dalle Mura di Italia Nostra – e anche se il travertino mi sembra delicato, sarei per la sua conservazione. D’altronde, resiste dalla seconda metà degli Anni ’30».

L’architetto Massimo Soldaini, dal canto suo, storce il naso di fronte alla scelta metodologica. «Non vedo positivamente un intervento localizzato alla sola pavimentazione, senza prendere in esame la parte delle aiuole – la sua valutazione –; per quanto riguarda il mosaico, non si può dare un giudizio corretto in assenza di un progetto unitario. Posso azzardare – conclude – che un mosaico potrebbe essere una buona soluzione, dipendentemente dai colori e dal disegno».

Chi vive tutti i giorni i problemi della Terrazza è ‘Foffo’ Martinelli. Che non ha preso bene la decisione della Soprintendenza. «Chiedo un incontro pubblico con il soprintendente – il suo appello – per la presentazione del progetto alla città, con un dibattito e un contraddittorio. Altrimenti è un atto d’imperio. Io il progetto non lo conosco, magari fa schifo, ma non può essere bocciato in modo unilaterale, nelle segrete stanze. Oltre tutto si tratta di un’area vitale della città che proprio per la mancata manutenzione sta perdendo appeal».

Muovendosi tra i cittadini, traspare parecchio malumore per la bocciatura. Secondo M.P., «il Comune avrebbe dovuto rendere noto il progetto, avrebbe avuto un controllo sulla qualità e, nel caso fosse piaciuto a chi ci capisce, sarebbe stato supportato nei confronti delle Belle Arti». Dello stesso parere è G.F., secondo cui «era una una bella occasione per vedere qualcosa di nuovo». E proprio la novità, intesa come ripartenza e uscita dalla palude, è il tasto su cui batte la maggioranza: D.B. parla di «altra occasione persa», mentre G.P. lamenta come «questo vuol dire altri anni di attesa per la riqualificazione». E tra le varie posizioni, traspare una certa insofferenza nei confronti della Soprintendenza e più in generale degli enti di questo tipo, sempre più spesso additati come freni burocratici alle possibilità di recupero e rilancio.

DanMan