Porto, sì alla proposta di concordato preventivo. Fallimento evitato: il rilancio pare possibile

I creditori convocati il 29 ottobre. L’attività continua e c’è la manifestazione d’interesse pubblico

PORTO Futuro in salita, ma almeno un futuro c’è. Intanto è stato scongiurato il fallimento

PORTO Futuro in salita, ma almeno un futuro c’è. Intanto è stato scongiurato il fallimento

Viareggio, 18 luglio 2015 - FUTURO. In salita, ma futuro. E’ quello che i giudici del Tribunale di Lucca intravedono per la Viareggio Porto, la società del Comune che conta otto dipendenti e che gestisce le banchine della Madonnina. Il collegio (presieduto dal dottor Giulio Giuntoli), infatti, ha sciolto la riserca e ha accolto la proposta di concordato preventivo avanzata dagli avvocati incaricati dall’allora liquidatore Arabella Ventura. Un provvediemento che quindi evita il fallimento (richiesto, peraltro, da un creditore chirografario che sarebbe stato pagato, forse, solo dopo tutti gli altri creditori) e, nel contempo, dischiude la porta a un possibile rilancio che potrebbe portare alla soddisfazione dei creditori. Questi sono già stati convocati per il prossimo 29 ottobre.

I magistrati di Lucca, infatti, nel dichiarare aperta la procedura di concordato preventivo riconoscono la reale possibilità della «continuazione dell’attività d’impresa» e la possibilità dell’intervento di un privato («per il quale – scrivono i giudici – è già pervenuta una manifestazione di interesse») che consentirebbe anch’essa un migliore soddisfacimento dei creditori concordatari. Una decisione quella dei magistrati di Lucca che riconosce anche il corretto operato dei tecnici chiamati dal liquidatore Ventura per scongiurare che sulla Viareggio Porto calasse la tagliola del crack. Qualora, infatti, gli avvocati interpellati avessero pagato (così come richiesto da alcune forze politiche nel corso degli ultimi mesi) il decreto ingiuntivo avanzato dalla Dinelli Costruzioni (per 165mila euro) e la società fosse stata dichiarata fallita sarebbero potuti incappati nell’accusa di bancarotta preferenziale. A questo punto, invece, riconoscono i giudici lucchesi, «il piano (presentato dagli avvocati chiamati dalla Ventura, ndr) consente ai creditori la formazione di un consenso informato sulla convenienza della proposta, anche in confronto all’ipotesi di fallimento».

Nessun colpo mortale, dunque, per il momento alla Viareggio Porto ma, al contrario, la possibilità di ricorrere all’intervento di uno o più soci privati interessati a partecipare ad una nuova gara per la cessione delle quote societarie. Un’operazione da 4 milioni e mezzo di euro che consentirebbe (vista la manifestazione d’interesse richiamata anche dagli stessi giudici) di ripianare i debiti della società e avviare quel percorso per la realizzazione e ristrutturazione di impianti, attrezzature e servizi in grado di dare continuità all’attività sino al 2020 quando scadrà la concessione. Ovvero, quel percorso ricercato dall’ex commissario prefettizio Valerio Massimo Romeo che, proprio per salvare la società avevano nominato un liquidatore e contestualmente aveva lavorato con la Regione ad un progetto condiviso che vedesse insieme Comune, Regione e soci privati. Un percorso che oggi, alla luce dell’apertura del concordato preventivo, può essere ripreso dando speranza ai dipendenti della Viareggio Porto, agli oltre 500 diportisti della Madonnina e, non ultimo, a tutti i creditori. Insomma, un futuro è ancora possibile. E non è poco.