Lo sfogo del chirurgo Macchiarini dopo l'assoluzione: "Infangato. E Rossi mi abbandonò"

La lettera del medico di fama internazionale dopo la fine dell’odissea giudiziaria: "Tre anni a Careggi destabilizzanti"

Paolo Macchiarini

Paolo Macchiarini

Viareggio (Lucca), 19 gennaio 2021 - Il chirurgo viareggino di fama internazionale Paolo Macchiarini è stato definitivamente assolto, in Cassazione, da tutte le accuse che, nel 2012, gli erano costate anche l’arresto. All’epoca lavorava a Careggi, dove era stato voluto da Enrico Rossi. Pubblichiamo la sua lettera-sfogo.

NOVE anni di agognata e sofferta attesa, come nove i gironi dell’Inferno dantesco che naturalmente non vede soltanto me attore principale di questo viaggio ma anche altri colleghi e operatori dell’Azienda Sanitaria di Careggi di Firenze. Accuse inaccettabili e devastanti per ogni essere umano. Sono nato a Basilea ma da genitori italiani, entrambi innamorati della loro terra toscana, motivo per il quale ho scelto di proseguire i miei studi a Pisa e non altrove. Mi scuso per aver avuto bisogno di attingere a una fonte tanto sacra quanto ovvia, al “mostro sacro della lingua e letteratura italiana” nonché poeta, politico e fiorentino. A differenza di Dante il mio viaggio agli Inferi non è dettato da nessuno smarrimento. Non mi sono perso “in una selva oscura”, ma come lui, ho incontrato le mie fiere e, purtroppo, non erano solo tre ma una moltitudine. Tre sono gli anni di operatività svolti presso l’ospedale di Careggi che sono bastati ad infangarmi e destabilizzarmi sia come uomo sia come chirurgo. E a crearmi un esilio subendo una gogna mediatica strategica in quanto metodica, sistematica, violenta. E persecutoria.

Dietro di me, alla mia vita di uomo e chirurgo toracico c’è un tessuto di relazioni personali, affettive, intime, che hanno subito e sostenuto il peso di tanto veleno e di tanta ingiustizia. I miei figli, in primis, le persone che amo, i miei colleghi non solo fiorentini e italiani, i miei pazienti, che non mi hanno comunque dimenticato né in Italia, né all’estero. Perché tutto questo? Perché tanta determinazione e violenza mediatica nei miei confronti, da trascinare come in una diaspora una moltitudine di persone indirettamente coinvolte, con un inutile sperpero di denaro ed energie umane. E perché tutto questo è stato organizzato da subito, appena arrivato a Firenze? E ripenso “al maledetto invito” di un politico che ha tanto promesso ma che poi, nei fatti, mi ha abbandonato e ha un nome: Enrico Rossi. Infine, ma non per questo di minore importanza, il mio pensiero va alla mia preziosa “guida”. E penso a Francesco. Il mio bravo avvocato e, oggi, caro amico, Francesco Bevacqua, che mi ha compreso e sostenuto in ogni momento di difficoltà. Grazie Francesco, per l’eternità.