"Oggi non sanno gestire la noia I genitori sono fondamentali"

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"I ragazzi che non giocano più all’oratorio sono gli stessi di Greta e dell’ambientalismo". Come si sposano due concetti così diversi? Semplice: con la constatazione che il mondo di oggi non è quello di ieri, che i bambini crescono in contesti e con stimoli differenti e che, dunque, saranno ragazzi e adulti diversi. Né migliori, né peggiori: diversi. Ad analizzare la situazione è lo psicologo e psicoterapeuta Emanuele Palagi, che da anni lavora a stretto contatto con il mondo adolescenziale.

Palagi, lo svuotamento degli spazi di socialità in cosa si traduce?

"Intanto bisogna vedere di quali spazi si parla. Se andiamo in Passeggiata o in alcuni locali, i ragazzi ci sono. È cambiato il senso di questo tipo di aggregazione: prima, il vedersi non si limitava al meccanismo dell’incontro. Ma questo accade perché è cambiato il mondo e le nuove tecnologie hanno aperto spazi che prima non c’erano. Pensiamo ai videogiochi, che rispondono comodamente ai bisogni di autonomia, socialità e maggiore autostima".

E per i ragazzi cosa cambia?

"Dal punto di vista degli effetti, vedersi online è diverso dall’impegnarsi. Sarebbe importante favorire il protagonismo giovanile, l’essere influenti nei propri ambienti, che favorisce meccanismi di sviluppo che migliorano la socialità, il problem solving e la capacità di pianificare il proprio comportamento in relazione all’ansia sociale. Oggi i ragazzi dicono ’mi sento confidente’, e la confidenza aumenta relazionandosi in esperienze con l’oratorio, gli scout o l’esperienza politica. Non conta solo l’aggregazione, ma il tipo di aggregazione. Nei giovani che non si relazionano, invece, si innesta un circolo vizioso di ansia. E il Covìd ci ha detto che con una relazione sviluppata solo via social crescono ansia e depressione".

Quindi vale il ’si stava meglio prima’?

"Non necessariamente. Sono cambiati la struttura familiare e il concetto stesso di educazione: oggi spesso si sottovaluta l’importanza di momenti non strutturati per i bimbi. Un tempo c’era lo spazio per giocare da soli, ora ci sono solo momenti mediati dall’adulto, che nel mondo di oggi ha sempre meno tempo da dedicare al bambino. Ma che sia meglio o peggio è difficile dirlo: gli studi registrano un miglioramento complessivo del quoziente intellettivo dei giovani grazie agli stimoli ricevuti; al tempo stesso, però, i ragazzi perdono altre competenze, tipo l’autonomia. Sta al mondo adulto operare per rendere più facili le scelte salutari del ragazzo, proponendole in famiglia e garantendo l’accesso a certe esperienze. L’offerta genitoriale è importantissima. Senza dimenticare che oggi i ragazzi non sanno gestire la noia, e infatti siamo nell’epoca della cocaina. Tutte le epoche hanno i loro pro e i contro e da sempre si criticano i ragazzi. Che oggi magari non giocano più all’oratorio, ma prendono prendono l’aereo mentre prima non si usciva dal quartiere".

DanMan