Padrone e gatta morti a distanza di un giorno

I due, sempre insieme per 15 anni, si erano persi per l’aggravarsi della malattia di lui. Poi si sono ritrovati, ma solo per poche ore

Giancarlo Vannelli

Giancarlo Vannelli

Viareggio, 21 luglio 2020 - Padrone e gatta muoiono a distanza di un giorno l’uno dall’altra. Una storia commovente che parla di un legame affettivo forte che si era instaurato fra una persona anziana e una micia di 19 anni. L’aveva adottata sul porto viareggino Giancarlo Vannelli, originario di Firenze, deceduto qualche giorno fa a quasi 86 anni. Insieme, il pensionato e la gatta, hanno vissuto su una barca. Poi si sono persi. E infine si sono ritrovati. Ma solo per poche ore. Giusto il tempo di un’ultima carezza e di chiudere gli occhi, insieme.

Giancarlo, persona brillante e disponibile, viveva senza troppe pretese a Viareggio, a bordo di una piccola imbarcazione ormeggiata lungo il molo. Nina era una gattina che bazzicava le darsene in attesa che qualche pescatore al rientro da una giornata faticosa le gettasse un po’ di pesce. Si sono conosciuti così il vecchio e la gattina. Lui si prendeva cura di lei. E lei le assicurava quell’affetto e quell’amore che i casi della vita – sua figlia era morta a soli 44 anni di malaria in Africa – gli avevano tolto. Per 15 anni sono andati avanti così, sempre insieme. Fino a che le condizioni dell’uomo, ormai 86enne, si sono aggravate. Qualche mese fa ha dovuto lasciare il porto di Viareggio e tornare a Firenze, nella sua città natale, accudito da due badanti in una casa sicuramente più accogliente di quella vecchia barca. Ma senza la sua Nina.

Che era stata affidata all’Asav, che da anni gestisce il gattile di Viareggio, e dove ogni tanto andava a trovarla Silvio Onnis, un amico di Giancarlo, proprietario anche lui di una barca ormeggiata lungo la stessa banchina. "La gatta stava bene e si era ben ripresa. Ma ogni volta che andavo al gattile – racconta – avevo come la sensazione che cercasse Giancarlo. E infatti mi seguiva, come se sapesse che io avrei potuto riportarla da lui". Di qui l’idea di provarci. Di portare quella gattina a Firenze, pensando di fare una cosa gradita all’amico. "Non vi dico la gioia negli occhi di lui, ormai allettato, quando ha rivisto Nina e l’ha potuto tenere sulla pancia. Accarezzandola mentre la micia gli si addormentava sul grembo. Una felicità ritrovata. Ma solo per pochi giorni. Nina ha smesso di mangiare, quasi presagendo il peggio. Le badanti l’hanno trovata morta dentro un armadio alle due di notte. Giancarlo l’ha seguita la notte successiva. Sempre alle due. Sul volto gli era rimasto un sorriso. Quello stesso che aveva ogni volta che accarezzava la sua Nina".