Morto al calcetto. "Un ragazzo solare con un futuro davanti"

Ingegnere navale impiegato alla Perini. Il ricordo di amici e colleghi di lavoro

Giuseppe Sorrenti

Giuseppe Sorrenti

Camaiore, 12 ottobre 2019 - E’ stato effettuato ieri un riscontro diagnostico (una sorta cioé di autopsia) sul corpo di Giuseppe Sorrenti, il giovane di 29 anni deceduto a causa di un malore mentre stava giocando a calcetto con amici e colleghi di lavoro giovedì sera al Ctl di Lido di Camaiore. Ieri mattina sono arrivati dalla Sicilia, da Messina, i suoi genitori e i due fratelli. Disperati. Non si danno pace per quello che è accaduto al loro figlio. Che nella vita di tutti i giorni aveva regalato loro grandi gioie e soddisfazioni nello studio prima e nell’attività professionale poi.

Si era laureato in ingegneria navale all’Università di Trieste e la sua tesi di laurea «Soluzioni tecnologiche innovative per un diporto ecosostenibile integrate nel design di un sailing luxory yacht» gli valsero il premio Perini 2018 che gli venne consegnato a Palazzo Barberini di Roma davanti al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. La tesi di laurea e il conseguente premio gli valsero anche la possibilità di svolgere uno stage di sei mesi presso Perini Navi. Il progetto venne premiato per aver proposto soluzioni innovative per lo sfruttamento dell’energia solare attraverso l’utilizzo di pannelli solari. «Tali innovazione, se opportunamente sviluppate, potranno essere concretamente applicate a un’imbarcazione Perini navi», disse il vicepresidente dell’azienda Fabio Boschi. E per questo dopo i sei mesi di stage, era stato assunto nell’ufficio tecnico dell’importante cantiere navale viareggino dove la notizia è stata appresa con profondo sgomento. «Un ragazzo pacato, educato, dall’intelligenza brillante. Aveva un carattere estroverso – dice il suo collega di scrivania – una persona socievole, disponibile con tutti. Aveva un futuro luminoso davanti a sé».

Il riscontro diagnostico che è stato fatto ieri pomeriggio nelle sale mortuarie dell’obitorio dell’ospedale Versilia darà nelle prossime settimane spiegazioni medico-scientifiche più corrette sul tipo di malore che ha distrutto la vita di questo giovane ingegnere. Chiarirà ad esempio se soffriva di una patologia latente che non era emersa durante eventuali controlli che poteva aver fatto negli ultimi anni. Sta di fatto che quanto è accaduto giovedì sera al Ctl ha scosso la comunità versiliese e quanti ogni sera affollano questa e altre strutture per dare sfogo alla propria passione.

«Ho conosciuto Giuseppe proprio giovedì sera sul campo di calcetto – ha detto Giacomo Giangrandi di Lucca che ha giocato con lui quella partitella fra colleghi di lavoro – Ci ha detto che si voleva fermare perché non si sentiva bene. Lo abbiamo accompagnato al bar del Ctl per fargli bere qualcosa di caldo e nel frattempo abbiamo chiamato l’ambulanza. Non so cosa sia successo. Lo abbiamo visto entrare nell’ambulanza con le sue gambe e stava tranquillamente parlando con i soccorritori. Poi l’ambulanza è rimasta lì 40 minuti e abbiamo capito che c’era qualcosa che non andava... Poi sono stato avvertito per telefono che era deceduto. Non ci volevo credere». Paolo Di Grazia