Una moria di pesci nel Burlamacca. Allertate Asl e Arpat per i controlli

Sopralluogo della Capitaneria alle porte vinciane. Ora la rimozione

A segnalare il fenomeno alle autorità sono stati i residenti delle palazzine affacciate sul canale

A segnalare il fenomeno alle autorità sono stati i residenti delle palazzine affacciate sul canale

Viareggio, 15 novembre 2018 - Sono i pesci della ‘terra’ di mezzo, quelli che abitano il canale salato, sempre più salato, che collega il mare al Massaciuccoli. Per lo più cefali. Galleggiano a pancia in su: uno, due, tre alla volta sul pelo dell’acqua del Burlamacca. Li porta, lentamente, la corrente verso il mare. Ma seguendo a ritroso il canale, oltre le porte vinciane al Varignano, si scopre una vera moria. Decine di pesci, uno sull’altro. A dare l’allarme sono stati alcuni condomini delle nuove palazzine che affacciano proprio sul Burlamacca: «Certamente un fatto anomalo – racconta uno di loro – non avevo mai visto una cosa del genere». Centinaia di esemplari senza vita, una tappeto iridescente e maleodorante.

Così è scattata la segnalazione alle autorità: la prima preoccupazione è stata per la salute dell’acqua ed eventuali contaminazioni. Sul posto sono quindi intervenuti i militari della Guardia Costiera, che a loro volta hanno allertato Asl e Arpat per valutare eventuali approfondimenti. Anche se in realtà sembra che la morte sia stata, praticamente, autoindotta. L’ipotesi della Capitaneria di Porto è che i pesci di frontiera, a seguito della violenta mareggiata dei giorni scorsi, abbiano risalito il canale per cercare riparo oltre lo sbarramento delle porte vinciane. Dotate di due chiuse classiche a volantino (paratoie a ghigliottina) che possono essere aperte e chiuse per invasare o svasare l’acqua, in questa maniera si consente la navigazione attraverso le porte anche quando la marea vorrebbe tenerle chiuse.

E chiuse sono rimaste in questi giorni senza corrente. Giorni in cui anche la navigazione è praticamente assente. Così, in quell’anfratto, invece di trovare riparo i pesci avrebbero trovato la morta. Finiti in una trappola senza via d’uscita. Consumandosi l’ossigeno a vicenda in quell’acqua particolarmente stagnanti e fin troppo calda per il periodo. Calda come a marzo. Allertati anche il Comune, Sea, il Consorzio di Bonifica e l’Autorità portuale, adesso l’urgenza è rimuovere al più presto le carcasse.

Mdc