Menicucci alla conquista della Cina Il maestro di Bocelli insegnerà canto

Il baritono viareggino tornerà in Asia anche per organizzare un’orchestra e produrre spettacoli "Il mio segreto? È il metodo di insegnamento che valorizza la voce anche senza microfono"

di Dario Pecchia

Tornerà in Cina a metà febbraio per fare corsi di aggiornamento agli insegnanti di canto lirico dell’Università di Nanchino, la vecchia capitale del paese del Dragone che ha ispirato anche un bellissimo film strappalacrime con protagonista Christian Bale. E tornerà in Cina anche per organizzare un’orchestra per produrre spettacoli, rincontrandosi con i capi di dipartimento di canto delle Università per ripartire con l’insegnamento intensivo di canto dedicato ai docenti, sia sull’opera cinese che su quella europea: da Mozart a Verdi fino al “nostro” Puccini. Tre mesi ogni semestre come professore emerito.

Sarà questo il 2023 e il futuro del Maestro e insegnante di canto Delfo Menicucci, baritono, ormai viareggino d’adozione dopo oltre 50 anni di residenza in città, che ha curato la voce lirica nientemeno che di Andrea Bocelli, oltre che essere stato direttore artistico del teatro di stato Ayni del Tagikistan dirigendo produzioni grandissime, dalla nona di Beethoven alla Traviata di Verdi.

"La passione del canto l’ho sempre avuta, mi esibivo con la parrocchia di Sant’Andrea e dopo il Liceo “Barsanti e Matteucci” mi sono iscritto all’Istituto “Boccherini” di Lucca diplomandomi con votazione piena (10 su 10, ndr). Sono stato l’unico ad ottenerla dal dopoguerra".

Quali sono i segreti un bravo cantante?

"Scegliere un bravo Maestro, non come è successo a me che sono stato scelto. Per divulgare le nozioni che ho imparato ho brevettato un metodo per tramandare la tecnica di Mario Del Monaco, dal quale ho appreso tutto quando ancora non esistevano i microfoni e per cantare all’Arena di Verona c’erano due alternative: o usare la mia tecnica di affondo o mettere i sottotitoli…".

Scherza Menicucci, che ha pubblicato anche tre libri: un trattato sulla voce, un trattato sul canto e un libro di vocalizzi per lo sviluppo della voce. Tutti e tre in vendita cartacei e su Internet.

Tra questi in particolare di “La voce d’altro canto, etica ed estetica della voce nel canto”, di cosa parla?

"Il volume parla della voce umana, ma è un testo rivolto a tutti: a quelli che già hanno a che fare con la voce, a quelli che vogliono aver a che fare con la voce, a chi non è ancora sicuro di voler avere a che far con la voce. Come esperto della tecnica vocale di Del Monaco, non do risposte, ma insinuo domande riguardo al fenomeno “voce”: 7 capitoli che fotografano la voce cantata da 7 angolature diverse".

Dove ha appreso questa tecnica?

"Tutti i mercoledì andavo a Pesaro dalla moglie di Del Monaco, partendo alle 4 del mattino e tornando alle 21.30 in treno per un’ora di lezione con la Rina, che era un mezzo soprano che aveva appreso la tecnica di affondo dallo stesso Maestro del marito Mario. Ormai era nata un’amicizia e spesso mi invitava a pranzo: ogni volta che finivo la zuppa, sul fondo del piatto compariva il volto di Del Monaco. Era come se mi parlasse...".

Ha insegnato anche a Bocelli, vero?

"Sì, per tre anni canto lirico. Mi ricordo con simpatia, mentre facevo lezione, quella volta che entrò suo cugino Luca e la mamma di Andrea, la Edi (scomparsa quest’anno, ndr) che iniziò ad inveirgli contro perché era venuto da Viareggio al Forte in tandem con Andrea alla guida. Il cugino si difese dicendo che gliel’ho aveva chiesto Andrea di guidare per tornare a casa dal suo yacht".

Dal 1977 Menicucci ha interpretato 62 ruoli operistici in prestigiosi teatri italiani ed esteri, sia da protagonista, sia in parti minori. Perfezionandosi con insigni maestri (come Rodolfo Celletti, Giuseppe Di Stefano, Rina Del Monaco e Marta Pini Lunardi) e studiando con famosi compositori (Sylvano Busotti, Davide Anzaghi e Ivan Fedele). E dal 1995 al 2001 è stato titolare di cattedra di canto al Conservatorio “Verdi” di Milano.

E Viareggio?

"Negli anni 2000 ho musicato una canzone per il Carnevale, “Rosa Morena”, cantata da un mio allievo brasiliano. Ma nemo propheta in patria..".