DANIELE
Cronaca

Marcello Pierucci "Abbiamo portato 10 milioni di Pnrr Così Camaiore riparte"

Dal progetto per il nuovo mercato ortofrutticolo alla pista ciclabile. Gli interventi avviati nei primi dodici mesi di governo della città. "Rispetto a Del Dotto ho un’impostazione diversa più vicina alla gente".

Marcello Pierucci "Abbiamo portato 10 milioni di Pnrr Così Camaiore riparte"

di Daniele

Mannocchi

Dal suo angolo di lavoro elegante e riservato, con il pc ancora aperto sulla scrivania e le finestre spalancate, quasi a invitare qualche refolo d’aria a invadere l’ufficio, compare il sindaco Marcello Pierucci. Camicia bianca sportiva, barba fatta, e un bilancio personale agrodolce: sabato sera ha dovuto digerire la sconfitta in finale di Champions della sua Inter – un calciatore in miniatura con la camiseta nerazzurra lo osserva da un mobile – e ieri, per bilanciare, ha tagliato il traguardo del primo anno alla guida di Camaiore.

Sindaco, un anno dopo, qual è il sentimento prevalente?

"È di grande soddisfazione. Io non sono un politico di forti ambizioni: la mia massima aspirazione è governare la mia città, mi sento al posto giusto e in un ruolo che credo di poter esercitare bene. È stato un anno faticoso ma pieno di soddisfazioni. E ho potuto vivere il mio desiderio di stare tra la gente, condividendo con Camaiore la mia idea di sviluppo".

Rispetto al cronoprogramma iniziale, quali sono i progetti messi a terra e cosa manca da realizzare?

"In questo primo anno, abbiamo in parte pagato la riorganizzazione dell’ente. La prima cosa che ho voluto fare è stata la ricostruzione dei ruoli apicali, dotando il Comune di nuovi dirigenti ai lavori pubblici e all’urbanistica, oltre a sostituire il segretario comunale. Ho voluto creare una struttura mia, che non è quella di Alessandro Del Dotto. Al di là di ciò che ci univa, lui aveva la sua impronta; io ho voluto dare la mia, pur non rinnegando le cose fatte insieme. Ma era lui, come sindaco, a dettare le linee generale. Adesso le cose sono cambiate: l’ultima volta che ho visto Alessandro in municipio saranno stati sei mesi fa. Questa riorganizzazione ha richiesto del tempo, e però è stata condotta con idee chiare: l’architetto Magnani e l’ingegner Giannecchini, entrati in servizio da poco, daranno la spinta giusta per portare a termine gli obiettivi strategici dell’amministrazione".

E tra i risultati raggiunti?

"Parlando di rifiuti, nei prossimi giorni attiveremo i lavori per il centro del riuso. Siamo arrivati alla soglia dell’80 per cento di riciclo sul nostro territorio: il 20 per cento restante è fisiologico, diciamo così, e quindi è il momento di passare alla fase due, e cioè lavorare alla riduzione dei rifiuti prodotti. Abbiamo già attivato il progetto degli orti sociali, creando compost per l’agricoltura a chilometro zero in collaborazione col Mercato ortofrutticolo. Il prossimo anno, contiamo di integrare questo progetto con gli stabilimenti balneari. Inoltre, appena insediati ci siamo trovati a dover lavorare al Piano operativo: mancava un passaggio finale con la Regione per l’approvazione definitiva. Un atto non scontato, dal momento che la Regione aveva posto alcuni elementi di criticità che abbiamo dovuto risolvere. Siamo alla fine: in 34 anni, cambierà il volto della città".

Come?

"Abbiamo ottenuto quasi 10 milioni dal Pnrr. E ci sono fronti aperti sulla Casa della Salute, l’Arlecchino, per il quale stiamo trovando un punto di accordo finale, la viabilità alternativa per Camaiore, i parcheggi nel centro storico e la pista ciclabile che collegherà Lido al capoluogo. A settembre partirà una nuova tranche di lavori. Come si vede, ci sono parecchie cose impostate".

Cosa significa essere uno dei pochi sindaci di centrosinistra in una regione che ha perso la sua vocazione ’rossa’?

"Significa mantenere ferme alcune priorità. Spesso ci si sciacqua la bocca con la parola ’sinistra’, e il mio partito non sempre ha dato il buon esempio. Io sono un esponente del Pd che guarda al mondo moderato, che cerca il dialogo, ma ci sono temi su cui bisogna tenere la barra ferma e mettere dei paletti rigidi".

Il Governo ha ridotto i fondi per agli aiuti alle famiglie che si trovano in difficoltà abitativa. Con quali effetti?

"Abbiamo avuto tagli anche dalla Regione, ma almeno in questo primo anno siamo risciti a mantenere le nostre risorse e a garantire quelle che non arrivano più dall’alto. Faremo il possibile, fermo restando che i Comuni non possono sostituirsi allo Stato".

Sul fronte degli eventi, dopo il successo del Giro d’Italia ci sono altri fronti aperti?

"Non vogliamo essere un Comune ’pigliatutto’: la mia idea è di dialogare con il resto della Versilia. Abbiamo confermato la Tirreno-Adriatica per tre anni, ed è già un successo. Come quello della Prima Estate: dopo l’edizione sperimentale dell’anno scorso, si va verso una definizione pluriennale con lo scopo di dare un brand a Lido di Camaiore. Siamo sui binari giusti: ci sono concerti, come quello di Jamiroquai, per i quali siamo già sold out. È chiaro che non ci possiamo permettere eventi da 4050mila persone, ma si può investire sulla qualità. In questo senso, credo che la sinergia con D’Alessandro e Galli sia il massimo. Per il centro, abbiamo fatto la scelta di rinunciare al Gaber e stiamo reinventando la stagione estiva con qualcosa di sperimentale. Voglio essere un sindaco che fa le cose con la giusta lucidità".

Camaiore e Lido: due realtà distanti o una sola comunità in continuità?

"Aggiungerei anche un terzo elemento, che sono le frazioni collinari. Noi riusciamo a mettere insieme litorale, centro storico e 23 frazioni con caratteristiche particolari. Se scindiamo questi elementi, diventiamo un Comune come tanti. Il bello di Camaiore è che si può andare sul Matanna e un’ora dopo essere in riva al mare, per poi andare a cena la sera in un centro storico che garantisce gastronomia di qualità e cultura. Se riusciamo a tenere insieme queste caratteristiche, siamo un territorio dalle potenzialità enormi".