Droga, madre e figlia a capo dello spaccio: arrestate. Giro da 1500 euro al giorno

Lucca, operazione della Squadra Mobile. In manette "La Marocchina"

L'operazione antidroga

L'operazione antidroga

Viareggio, 16 settembre 2021 - Si faceva chiamare "la Marocchina": era la capa di un'organizzazione che in via continuativa forniva sostanze stupefacenti, cocaina, ad un giro di clienti italiani  spesso insospettabili professionisti. 

Ordini col bancomat

 Il sodalizio riceveva le ordinazioni e poi provvedeva alla consegna dello stupefacente a domicilio, evitando in questo modo che i clienti venissero controllati con lo stupefacente; le cessioni venivano effettuate sempre trasportando piccole quantità al fine di poter addurre in caso di controlli quale giustificazione l’utilizzo per fini personali. E' emerso che alcuni clienti lasciavano addirittura la tessera bancomat e gli spacciatori provvedevano a ritirare direttamente il corrispettivo, dopo la cessione dello stupefacente

Il blitz delle forze dell'ordine

Ora la Marocchina, una ragazza  di Viareggio, S.S. classe 1996 è finita agli arresti  domiciliari. L’attività di indagine è stata coordinata dalla Procura della Repubblica al Tribunale di Lucca che ha richiesto ed ottenuto dal Gip l’emissione di misure cautelari nei confronti degli indagati. Nella mattinata odierna la Squadra Mobile della Questura di Lucca, coadiuvata da personale del commissariato di Pubblica Sicurezza di Viareggio e da un equipaggio della Polizia Municipale di Viareggio, ha arrestato in esecuzione della misura cautelare della custodia in carcere J.M. marocchino classe 97, D.A. tunisino classe 82, D.W tunisino classe 90, D.H. tunisino classe 83. Nel corso dell’operazione è stato applicato l’obbligo di dimora nei confronti di C.A. classe 75 e A.E. italiano classe 1995.

Il sodalizio

Dall'operazione antidroga condotta dalla Polizia di Stato è emerso che la pusher ha effettuato diverse cessioni portando con sé addirittura i figli di uno, due e quattro anni, escamotage adottato al fine di eludere eventuali controlli, come il fatto di essere regolarmente assunta da un’impresa di pulizia, attività che, come dalla stessa asserito in una conversazione captata, serviva “da copertura”.

 Tempi e modi dello spaccio

 La donna si riforniva da un gruppo di tunisini e marocchini che operavano nella Pineta di Ponente di Viareggio ed incassavano dalle cessioni circa 1500 euro al giorno. Anche durante il lockdown la spacciatrice ha continuato ad effettuare le consegne autocertificando di recarsi al cimitero di Viareggio per fare visita ai suoi cari. Nel corso dell’attività d’indagine non sono mancate intimidazioni ai clienti che avevano accumulato debiti, al fine di regolarizzare i pagamenti.

Madre e compagno complici

Nel giro era coinvolta anche la madre di quest’ultima, C.A. classe 74, la quale, oltre ad aiutare la figlia nell’organizzare le cessioni, provvedeva direttamente a consegnare lo stupefacente ai clienti, nonché il compagno S.S., un cittadino magrebino che si occupava di consegnare lo stupefacente presso l’abitazione della donna.