Muore a soli 48 anni storico ristoratore. Lascia tre figli

Luca Simonini gestiva il ‘Chioscio’ nella pineta di ponente. Stroncato da un tumore, lascia nel dolore la moglie e tre figlie di 2, 12 e 16 anni

Luca Simonini

Luca Simonini

Viareggio, 16 giugno 2021 - "Ciao Luca". Fin dal primo mattino di ieri sulle pagine Facebook di tanti viareggini è comparso questo saluto. Rimbalzato di telefonino in telefonino. Per lo sgomento di quanti avevano capito che quel Luca era Luca Simonini, 48 anni, ristoratore, padre di tre splendide figlie. Strappato al lavoro, alla vita, ai suoi sogni e ai suoi progetti. E soprattutto ai suoi affetti personali e più cari da un tumore aggressivo contro cui ha combattuto per un anno e mezzo. Fino a lunedì sera, quando sul letto della propria abitazione la luce si è spenta dai suoi occhi e quando è sparito dal volto quel sorriso che lo aveva caratterizzato per tutta la sua vita. Era impossibile non voler bene a Luca, anche se ti ci scontravi. Sempre allegro e sorridente. Aveva un entusiasmo contagioso in tutto quello che faceva. Che fosse il lavoro o un’uscita con gli amici. Sempre al centro dell’attenzione. Lui, il capo dei guasconi che sapeva affrontare le difficoltà delle vita (compresa l’ultima, insormontabile) con naturale leggerezza, spirito dissacratorio e capacità di sdrammatizzare.

Terzo di cinque fratelli, aveva aperto qualche anno fa un’attività tutta sua dopo aver a lungo lavorato insieme al padre, Adriano Simonini, storico titolare del ristorante Adriano. E in quel locale di via San Francesco, nel cuore della Vecchia Viareggio, era cresciuto ed era diventato uomo. Era lui che gestiva la sala, perché così voleva il padre. Ma ci sapeva fare anche ai fornelli. E difatti quando ha aperto un locale tutto suo "Il Chioscio" prima sul viale dei Tigli, poi all’interno della pineta di ponente, faceva tutto: era il cuoco e il gestore del locale. Ci sapeva fare con i clienti. Era affabile e sapeva mettere tutti a proprio agio. Li faceva ridere e divertire; ma li faceva anche mangiare bene. Almeno fino a quando le forze lo hanno retto. Nell’ultimo anno gli stava dando una mano anche la moglie Elisabetta Duccini che gli aveva regalato le gioie più grandi della vita: Daniela la figlia maggiore di 16 anni, Adele di 12 e Alessia, l’ultima arrivata di appena due anni. Una bella famiglia la sua, molto unita. Del resto lui stesso veniva da una famiglia numerosa composta da cinque fratelli. Andrea che fa il geometra, Davide impiegato in comune a Camaiore, Massimo che lavora in un’autofficina e infine Daniele, il minore che, come Luca ha seguito le orme del padre e adesso gestisce il ristorante La Ghenga.

In gioventù Luca Simonini aveva praticato con successo il nuoto – dove era stato anche campione toscano – e pallanuoto. Il calcio era la sua passione. Tifosissimo della Juventus, gli era arrivata proprio due giorni fa la maglia di Giorgio Chiellini con una dedica speciale: "Al mio grande amico Luca, cuore bianconero, con affetto". E la firma del difensore della Juventus e della nazionale italiana su quella maglia con cui Luca è stato rivestito prima di affrontare l’ultimo viaggio. I funerali oggi alle 15,30 nella basilica di S. Andrea.