Lippi, il Burlamacco d’Oro profuma di mito

L’ex Ct campione del mondo con la Nazionale azzurra, riceve un premio speciale a 15 anni dalla memorabile impresa

Per la vita che ho scelto di fare non sono mai potuto essere stato molto presente al Carnevale, ma Viareggio è e resta la mia città; sono orgoglioso di essere viareggino e da qui non ho mai tolto la residenza". Marcello Lippi si congeda così dal Palazzo delle Muse, dopo aver ricevuto Burlamacco d’Oro, un Burlamacco speciale con in mano una Coppa del Mondo ed anche un quadro disegnato dal compianto Arnaldo Galli, donato dalla famiglia del grandissimo costruttore, e che lo ritrae assorto nei suoi pensieri sul molo con lo sguardo teso verso la diga foranea, prima di raggiungere Piazza Mazzini per l’alzabandiera a quattro mani fatto con il sindaco Giorgio Del Ghingaro.

L’allenatore che ha guidato gli Azzurri sul tetto del mondo del 2006 è stato premiato come Ambasciatore appassionato da sempre della città e perché "rappresenta una personalità che incarna perfettamente lo spirito del Carnevale. Personalità come la sua conferiscono valore aggiunto alla città e ne veicolano il nome con una dirompenza enorme" ha sottolineato Del Ghingaro. Emozionato, ma abituato a stare sotto i riflettori, l’allenatore non si è scomposto, ma ha accettato di buon grado complimenti e lusinghe e si è lasciato andare ad un parallelismo fra una squadra ci calcio e la città di Viareggio. "Conosco bene Viareggio ed i viareggini – ha premesso – per sapere quanta passione ci sia nel confronto di un evento come il Carnevale che rappresenta la stessa anima di questa comunità. Quando ho allenato grandi squadre ed ottenuto risultati importanti ho sempre puntato sul gruppo e sull’amalgama perché ci vuole comunione di intenti per ottenere risultati importanti; bisogna che ognuno lotti per l’obiettivo. Ecco Viareggio per me è come un gruppo, magari inizialmente difficile da plasmare, perché endemicamente polemico e poco avvezzo alla collaborazione, ma quando tira fuori la sua parte migliore allora ottiene risultati. Il Carnevale è così, tutti ne parlano, alcuni si lamentano ma alla fine, eccetto pochi, tutti lo amano perché identifica la città stessa". Se in panchina difficilmente ha fatto pretattica, il ’Lippi pensiero’ sulla griglia del Carnevale è più ermetico.

"Ci sono tanti carri belli – afferma con un sorriso –, ma non mi sento di dare un giudizio adesso perché sarebbe affrettato. Non basta un corso solo per stilare la classifica, figuriamoci se voglio prendermi una responsabilità del genere".

Sergio Iacopetti