Le storie, le canzoni, la festa Un sogno lungo un giorno

Cherubini racconta l’incontro con Bebe e gli occhi di una "ragazza magica". Tra dj-set, duetti e incontri inaspettati la "tribù" balla, ascolta e si emoziona

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Il sole caldo e il sole battente hanno trasformato il 2 settembre in un 33 d’agosto. A metà pomeriggio sono tanti quelli che ancora si incamminano in via Salvatori per arrivare agli ingressi, ma sono tantissimi quelli già sulla spiaggia per Jova. Una marea umana in riva al mare. Gli spazi per muoversi sono strettissimi, il sudore e le emozioni si fondono e si confondono. Giovani e giovanotti stendono sulla sabbia i teli, in un patchwork colorato, ma è impossibile stare fermi con il ritmo che incalza. C’è anche chi fa il bagno, nonostante alcune alghe occupassero parte della battigia (come ha segnalato in mattinata Alessandro Santini della Lega). Ma sono la musica e lo spettacolo a catalizzare l’attenzione dei presenti. Spettacolo che, mano mano, si riempie di ospiti e dj-set. Il concerto vero e proprio inizierà alle 20, e per scaldare l’atmosfera alle 17,30 è Dardust agita il "main stage", il palco principale. Le sonorità elettroniche dell’artista e produttore marchigiano animano la "tribù". Corpi che ballano e mani che si alzano al cielo. Una danza di sola musica. L’impressione è quella di una discoteca a cielo aperto. "Grazie per il calore e l’energia", è il saluto di Dardust alla fine dell’esibizione, tra gli applausi del pubblico. Poi, colpo di scena, il ritorno di Jovanotti sul palco con un ospite d’eccezione: Bebe Vio. La campionessa paralimpica sale sul palco con i suoi immancabili capelli biondi e una camicia bianca. Gli applausi del pubblico sono calorosi. La presenza è l’occasione per ricordare il loro primo incontro. "Ci conosciamo da quando lei aveva 11 anni, a Conegliano in un palazzetto, era appena guarita dalla malattia e mi disse che avrebbe voluto fare scherma. Io nei suoi occhi ho visto che avrebbe potuto fare tutto quello che voleva", sottolinea il cantante. Dopo la presenza di Burlamacco e Ondina, è di nuovo la musica a tornare in scena. Sale sul palco principale Motta che oltre alla sua "La fine dei vent’anni", canta in duetto con Lorenzo "La nostra ultima canzone". A sorpresa un altro artista toscano: Pau dei Negrita. Il duo si esibisce sulle note di "Rotolando verso sud". Il sole sta per tramontare, ma la musica non è finita. C’è anche l’occasione per della musica classica, la "Primavera" di Vivaldi suonata da Pierpaolo Foti. Dice Jovanotti: "La primavera è una sensazione dentro di noi".

A.G.