Le note di ’Bella Ciao’, canto della Resistenza Un fiore ideale per chi ha costruito la libertà

Conoscere com’è nata la Costituzione ha suscitato in noi un grande senso di gratitudine verso chi ha sacrificato tutto per un Paese libero da ogni tipo di oppressione. Se ci sono delle note che accompagnano il ricordo delle lotte partigiane per la conquista della libertà sono sicuramente quelle di Bella Ciao. Alcune fonti storiche riferiscono che fu cantata per la prima volta dai partigiani abruzzesi della brigata Maiella già nel 1944 e portata verso l’Italia settentrionale dai suoi componenti dopo la liberazione della penisola centro-meridionale. Ma è nel 1964 al Festival di Spoleto che questa canzone trova la sua consacrazione, come simbolo per eccellenza della Resistenza, ancora oggi come allora. Leggendo il testo in classe, la frase che più ci ha colpito è stata: “Questo è il fiore del partigiano morto per la libertà“. Il fiore citato dal testo potrebbe essere il papavero rosso, simbolo di rinascita, e lo stesso sotto cui riposa il soldato Piero, la cui storia tragica è cantata da De André. Tale rinascita passa per la morte di uomini che hanno sacrificato la loro vita per liberarsi dall’oppressione dell’invasor, gli stessi uomini che hanno permesso un futuro democratico al popolo italiano.