Le attività del lapideo ai raggi X Si studia l’impatto sull’ambiente È la prima volta in Toscana

Presentato il progetto “Ve-Nature“. Questionari alle oltre 50 aziende affiliate al consorzio Cosmave. I risultati entro 18-24 mesi. Coinvolti Fondazione Crl e Lucense. "Il nostro obiettivo è la sostenibilità".

Le attività del lapideo ai raggi X  Si studia l’impatto sull’ambiente  È la prima volta in Toscana

Le attività del lapideo ai raggi X Si studia l’impatto sull’ambiente È la prima volta in Toscana

di Daniele Masseglia

Il nome del progetto, “Ve-Nature“, il primo del genere ad essere attuato in Toscana, ha un doppio senso abbastanza intuibile, con le venature del marmo che si intrecciano con il verde che ammanta Madre natura. Curato dal consorzio Cosmave coinvolgendo le sue 50 aziende affiliate, sostenuto dalla Fondazione Cassa di risparmio di Lucca e attuata da Lucense e dall’azienda Ergo, il progetto punta a definire, con numeri certi, l’impatto che hanno i processi di trasformazione nel settore lapideo del distretto apuoversiliese a livello di sostenibilità ambientale. Il cammino non sarà breve, visto che si parla di 18-24 mesi, ma il frutto della lunga analisi sarà la consapevolezza di questo rapporto marmo-ambiente e l’adozione di eventuali misure correttive e migliorative.

Il progetto è stato presentato ieri alla sede del Cosmave e si basa sulla metodologia “Life cycle assessment“ (Lca). "Vogliamo capire, con dati analitici – spiega il presidente del Cosmave Agostino Pocai – se quello che facciamo è davvero funzionale per il nostro territorio o se sarà necessario rivedere i processi produttivi. Il metodo Lca prevede che sia valutato il ciclo di vita del nostro marmo, cioè quanto consuma a livello di impatto ambientale". Dopo la fase ricognitiva, già in corso, seguiranno gli altri tre step: sopralluoghi per raccogliere informazioni, raccolta dati tra le aziende scelte a campione e l’analisi finale. I dati in questione riguardano tutto ciò che viene consumato durante l’intera filiera, dai litri di diesel a quelli d’acqua, dal filo diamantato agli scarti da portare in discarica.

"Il nostro territorio – conclude – è stato scelto perché da noi ci sono eccellenze che tra mille difficoltà portano avanti i prodotti del saper fare italiano nel mondo. La nostra immagine spesso è offuscata da rappresentazioni parziali e di facciata. In realtà siamo consapevoli del rispetto che dobbiamo avere per il nostro territorio. Ci stiamo mettendo la faccia, sul nostro sito c’è cosa facciamo e come lo facciamo. La forza dei numeri sarà l’elemento fondamentale di questo progetto, un ponte che ci consentirà di dare maggiori informazioni con rigore scientifico. Sono convinto che il nostro lavoro sarà premiato". Con il plauso di Marcello Bertocchini, presidente della Fondazione Crl ("è l’inizio di una bella avventura") e Giovanni Gambini, presidente di Lucense: "È il primo progetto del genere attuato in Toscana, in linea con l’Agenda 2030 dell’Onu. Rafforzerà i rapporti all’interno delle filiere produttive e i rapporti con la piccola e media impresa".