L’autista di Falcone: "Denunciate perché il silenzio è mafia..."

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Giuseppe Costanza, autista e uomo di fiducia del giudice Giovanni Falcone, unico sopravvissuto alla strage di Capaci, ha incontrato gli studenti del liceo Galileo Chini di Lido di Camaiore. “Avvertivo l’omertà, il disinteresse. Dopo quelle stragi il cittadino comune si è svegliato, c’è stata una reazione, ma perché aspettare tanto?”. Sono state queste le parole di Costanza (nella foto), parlando agli studenti nel parco di Bussoladomani dove ha fatto tappa accolto dal Presidente del consiglio comunale Andrea Favilla con il candidato sindaco del centro sinistra Marcello Pierucci. Con lui la rappresentante dell’associazione Libera.

“Il silenzio è mafia, quando vedete qualcosa che non va denunciate. E da grandi mantenetevi persone corrette, non scendete a compromessi” ha detto Costanza ricordando i suoi momenti tragici di quel 23 maggio 1992, quando era seduto sul sedile posteriore, perché Falcone ebbe voglia di guidare. L’ultimo scambio di battute con il magistrato è stato sulle chiavi della macchina: Costanza aveva detto a Falcone di ricordarsi di dargliele una volta arrivati, il magistrato distrattamente le aveva sfilate, facendo rallentare la macchina di qualche secondo, ma non tanto da scampare all’esplosione. Poi ricorda lo sguardo tra il magistrato e la moglie, Francesca Morvillo. “Sono gli ultimi momenti che ho memorizzato e poi il buio. Non sapete - ha detto rivolto ai ragazzi - quanto mi hanno fatto pesare il fatto che io fossi seduto dietro, se avessi guidato io, lui si sarebbe salvato. Ne sarei stato felice, avremmo avuto un’Italia diversa, perché lui sapeva dove mettere mano”. Molte le domande dei ragazzi in un dibattito estremamente interessante e costruttivo.

I.P.