La vera sfida è col Rossini Opera Festival

A Pesaro maggiori contributi statali, ma il Pucciniano incassa di più al botteghino. E l’anniversario di Gioacchino c’è già stato nel 2018

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di Beppe Nelli

Nel nome di Puccini Lucca e Viareggio possono farsi seri danni nella corsa a Capitale della cultura 2020. Ma tra le altre città italiane che aspirano alla nomination, specularmente l’avversario più pericoloso di Viareggio è Pesaro, sede del Rossini Opera Festival. Una manifestazione lirica più giovane del Pucciniano, ma molto più finanziata dallo Stato rispetto a quella torrelaghese, almenofino a tempi recenti. Segno concreto di una maggiore attenzione della politica nazionale: per i festival lirici, non per le case natali.

Se confrontiamo i conti economici dei due Festival per l’anno 2019, prima che il Covid stravolgesse le manifestazioni e gli spettacoli, si nota che nonostante le varie sedi per le opere che vanta Pesaro rispetto al "solo" gran teatro all’aperto di Torre del Lago, il Rossini Opera Festival ha incassato al botteghino (biglietti e altri ricavi) 1.706.390 euro contro i 2.403.971 del Festival Puccini. Quello che fa la differenza "politica" è il maggior contributo dello Stato per Pesaro, che solo negli ultimi anni ha un po’ ridotto il vantaggio su Torre del Lago.

Apparentemente le distanze non si vedono: il Rossini Festival ha messo a bilancio 3.867.563 euro di contributi pubblici totali, non solo dello Stato, mentre il Pucciniano ne ha ottenuti 3.647.811: ma da questa cifra va scorporato il contributo regionale annuo di 600 mila euro per il teatro che è a carico della Fondazione Puccini, e quindi è un contributo che non copre i costi della stagione lirica. Quindi per i contributi pubblici totali alla realizzazione dei Festival Rossini batte Puccini per 3,9 contro 3 milioni. Però lo Stato ha dato 2.003.500 euro ordinari al Rossini Opera Festival, e solo 1 milione al Pucciniano. Il Fus, Fondo unico dello spettacolo (sempre Stato è) ha erogato 1.364.516 euro per il Rossini Festival, e 701.000 per il Pucciniano, che però ha avuto sotto varie voci altri 300 mila euro dai ministeri. Lo Stato dà a Pesaro oltre 1,3 milioni in più che a Torre del Lago. Viene da dire che Pesaro sembra avere più appoggi politici romani di Viareggio, o più riconoscimenti.

Inoltre il Rossini Opera Festival ha ricevuto 300 mila euro dalla Regione Marche, il Pucciniano 460 mila di sovvenzione regionale alla stagione lirica (non si dimentichino però gli altri 600 mila per il mutuo del teatro, comunque usciti dai fozieri della Regione Toscana). E nonostante il dissesto viareggino e le differenze dimensionali delle due città, il Comune di Pesaro ha stanziato 600 mila euro, contro i 494.519 di Viareggio che pure sono stati uno sforzo eccezionale. Attenzione, il Rossini Opera Festival aveva preventivato 400 mila euro di sovvenzioni pubbliche in più di quelle che ha ricevuto a consuntivo (del resto nel 2018 aveva avuto 4.096.192 euro).

Con tutto questo, nel 2019 il Pucciniano ha ottenuto un utile di 208.725 euro al netto degli oneri finanziari, detratti i quali l’attivo fu poco meno di 20 mila euro. Il grandioso Rof ha avuto una perdita di 206.446 euro, coperta con le riserve della sua fondazione. Fatti i conti, il Pucciniano batte il Rossini Opera Festival al botteghino, ma è surclassato per le elargizioni statali. E questo deve essere un segnale di attenzione per il sindaco Giorgio Del Ghingaro, che comunque non punterà le carte della Capitale della cultura solo sulla lirica. Però c’è un’arma a favore di Viareggio: le celebrazioni delle morti. I 150 anni di Rossini (sepolto in Santa Croce a Firenze, dove fu traslato dal Père Lachaise di Parigi) sono caduti nel 2018. Nel 2024 sarà il centenario della morte di Giacomo Puccini, che riposa nella Villa mausoleo a casa sua, a Torre del Lago. Pesaro ha già dato, ma soprattutto ha già avuto.