
La provocazione-bis dal podio Veronesi di nuovo bendato anche per dirigere la Traviata
"Nuovamente bendato. Nuovamente per protesta. Il maestro Alberto Veronesi, ‘licenziato’ dal Pucciniano ha dato vita alla replica della sua clamorosa protesta alla prima della Boheme il 14 luglio scorso. Ma questa volta lontano dalle placide acque del Massaciuccoli che ispirarono Puccini. Anzi è andato nella città nalae di fausto Torrefranca, il grande accusatore dello stesso Puccini, vale a dire Vibo Valetia in Calabria. "Nel giorno della rplica di Bohéme a Torre del Lago (quella che lui ha contestato perché a suo dire troppo politicizzata in quanto ambientata nel ’68 francese e con Mimì in minigona) ho organizzato una Traviata – dice Veronesi – nella città di Fausto Torrefranca, il grande accusatore di Puccini, qui nella veste di accusatore di Cristoph Gayral", che è il regista della Bohéme sotto accusa. A Vibo Valentia, lui, i musicisti e il pubblico tutti con una benda sugli occhi "che rappresenta – dice Veronesi – la selva oscura nella quale è immerso il teatro d’opera italiano".
Dopo che gli venne notificato dalla direzione del Festival Pucciniano che non avrebbe più diretto le successive repliche dell’opera contestata, Veronesi prima ha annunciato che sarebbe andato per vie legali e che si sarebbe ugualmente presentato al Gran Teatro di Torre del Lago. Poi la scelta di allestire un controconcerto polemico a Vibo Valentia.
Intanto il maestro Alberto Veronesi fa anche un appello al ministro Sangiuliano. "Caro ministro, torniamo alla bellezza, torniamo alla poesia, alla cura del testo, torniamo al rispetto degli autori - scrive in una nota -. Qui fa meglio una piccola orchestra del mezzogiorno italiano come l’Orchestra Sinfonica della Calabria, di Vibo Valentia che un grande Festival con milioni di euro dello Stato. Torniamo ai giovani che devono studiare e lavorare. Basta spendere milioni di euro per allestimenti teatrali il cui obiettivo è ridicolizzare i testi degli autori, promuovendo la carriera di registi che pagati come star del cinema durano solo due o tre stagioni e poi vengono dimenticati. Basta mettere in scena ascensori, elevatori, spiagge e cabine, parti, aborti e topi e travestire Norma da palestinese, Attila da nazista, Mimì da sessantottina che si rolla le canne e fa il pugno chiuso, con soldi pubblici a spese dei contribuenti. Si mettano dei paletti".