Viareggio, protesta di piazza contro le chiusure. E le prime, forti tensioni

Fumogeni e lanci di petardi costringono gli organizzatori a interrompere la manifestazione: "Non vogliamo fare una guerra"

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Viareggio, 27 ottobre 2020 - Ha piovuto sul bagnato, e sulle teste di un centinaio di persone che ieri sera, alle 18, si sono ritrovate in piazza Mazzini per protestare contro le chiusure imposte del nuovo Dpcm. Il presidio, più tenace del maltempo, è stato sciolto però dagli organizzatori quando un gruppo, alzando cori, accendendo fumogeni e lanciando raudi e petardi, ha rischiato di stravolgerne il senso. Traffico bloccato e tensioni con le forze dell’ordine. Una situazione che ha costretto la maggioranza dei manifestanti a lasciare la piazza prima del previsto. "Nessuna guerra. Dal Governo servono risposte e soluzioni per poter convivere con la pandemia. Noi abbiamo fatto il possibile, investendo per adottare le norme anticontagio. Ma siamo stati ancora una volta penalizzati", hanno detto i manifestanti prima di spostarsi sotto il municipio. Affinché la loro voce arrivasse al primo piano, nell’ufficio del sindaco.

"Lo sport è salute", hanno gridato, esibendo uno striscione, i gestori delle palestre, fiaccati dal primo lockdown, poi dalla paura diffusa del virus e delle strette, infine stremati dalla prospettiva di un altro mese di stop forzato e poi chissà. Con loro anche alcuni ristoratori, e baristi che avevano appena chiuso la saracinesca e riposto il grembiule, puntuali, alle 18: "Ma così – dicono – è davvero la fine". Quel temporale, piombato all’imbrunire, che ha svuotate le strade, ha reso, forse, meno penosa la prima serata senza risate dai bar, senza tavoli ben apparecchiati per un appuntamento romantico, senza luci, senza i luoghi d’incontro. Ma ha reso ancora più triste, opprimente e drammatica quella richiesta d’aiuto, nata per arrivare ai sindaci "affinché si facciano i portavoce delle difficoltà che attraversano i cittadini".

E stamattina torneranno ancora lì, in piazza Mazzini. Si sono dati appuntamento alle 10 i titolari di ristoranti, di bar, chef, camerieri, lavapiatti e barman di tutta la Versilia. Un’altra manifestazione "pacifica, apolitica, e sicura", spiega Stefano Vecciani, titolare del Fiaschetto e del Fronte del Porto che ha deciso di lanciare l’iniziativa. Ci metteranno la faccia, una sedia vuota per i clienti che non potranno accogliere e ognuno è invitato a partecipare con la propria storia e la divisa d’ordinanza". Il cappello dello chef, il grembiule del cameriere, lo shacker del barista... "Vogliamo presentarci, raccontare chi siamo, gli investimenti che abbiamo fatto per poter continuare a lavorare. Non riusciamo a comprendere la filosofia di questo provvedimento, scattato all’improvviso senza nemmeno darci il tempo di svuotare i frigoriferi. Abbiamo decine di migliaia di euro di prodotti in dispensa che saremo costretti a buttar via".

Ma quel che è peggio, "E’ che non riusciamo neppure ad intravedere un futuro. A ottobre – prosegue Vecciani - abbiamo già fatto, i conti con un calo di fatturato, per la paura diffusa del contagio e per il perenne stato di precarietà in cui vive la maggior parte delle persone. Adesso, e fino al 24 novembre, possiamo lavorare ma a mezzo servizio, perdendo la cena che rappresenta la maggior fonte d’entrata. Non sappiamo ancora quanto e come il governo riuscirà a sostenere le nostre imprese. Abbiamo perso la fiducia".

Martina Del Chicca