Iscritti e forze di sinistra contro il commissario Pd

Presidio davanti alla sede di via Regia dove sono stati attaccati cartelli di critica. all’accordo con Del Ghingaro e alla segreteria regionale. L’accusa: "Dittatura".

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Da una parte Giorgio Del Ghingaro che festeggia: "A Viareggio è tornata la politica buona". Dall’altra le prime proteste contro il commissario del Pd Alessandro Franchi che ha ribaltato l’alleanza per le comunali. Ma Franchi resterà in carica fino al prossimo congresso comunale, ben dopo le elezioni, e sarà lui a fare la lista dei candidati democratici al consiglio comunale.

Del Ghingaro ha rimesso l’orologio a 5 anni fa, prima delle espulsioni a pioggia dal Pd.

"C’è il ritorno della politica sulla scena viareggina - dice - quella cosa che negli anni s’era persa, annegata nella palude dei rancori personali, delle rabbie tra le fazioni, dei livori che avevano fatto dimenticare le prospettive generali per concentrarsi sulle beghette di bottega. Questa volta invece ha prevalso la politica sana e pulita delle mediazioni e del buon senso, che tutela l’interesse dei cittadini, nell’ottica locale e regionale. La politica che governa le grandi questioni e che programma gli interventi da realizzare, guardando sempre in alto e avanti". Il sindaco benedice chi nel Pd ha pilotato l’accordo. "Persone serie, competenti, affidabili che hanno condotto con intelligenza un confronto delicato, conclusosi con un accordo vero, concreto e saldo - aggiunge -. Nessuno ha mai anteposto le questioni particolari al quadro generale: nessuna pregiudiziale, nessun veto, nessuno sguardo indietro, nessuna poltrona da spartire ma solo azioni da realizzare insieme. Programmare ed attuare è la parte più intrigante ed appagante della politica, che ho praticato incessantemente in questi anni da sindaco. I valori che costituiscono le radici del Pd e della mia formazione politica, insieme all’innovativa spinta del civismo che ha dimostrato di saper governare Viareggio, saranno il cardine attorno al quale si costruirà il programma per una città che guarda al futuro".

Le urne diranno se gli elettori viareggini, in questo marasma in cui il Covid è una quisquilia, seguiranno la bandiera di partito. Ieri intanto c’è stato un presidio davanti alla sede di via Regia, col cancello d’ingresso tappezzato di cartelli contro il diktat calato dall’alto. Due contestatori sono riusciti a mettere uno striscione contro "la dittatura nei partiti" perfino a un balcone del palazzo. Sui cartelli slogan del tipo: "Cara Bonafè dovresti essere commissariata te"; "Ci avete venduto per un pugno di niente"; "Il commissario ha trovato l’accordo, senza ascoltare noi ha portato la robaccia a bordo". Le reazioni stanno prendendo la piega della contumelia. In un documento inviato da Lorenzo Tosi, iscritto del Pd, a nome dei contestatori, viene chiesto che "il segretario Zingaretti venga a parlare con gli iscritti del Pd di Viareggio". Ma, essendo Zingaretti anche presidente della Regione Lazio che affoga nei rifiuti, difficilmente si metterà contro un’intesa elettorale che ha al centro proprio la gestione dei rifiuti in Toscana.

Tra le critiche, pesanti quelle di Fabrizio Manfredi di Articolo Uno che parla di consorterie, opportunismi, ingressi di ex assessori del centrodestra: "L’alternativa alla destra è la coalizione di Sandro Bonaceto, non questa accozzaglia in salsa fiorentino-lucchese". Mentre Fabio Panicucci di Sinistra Italiana invia solidarietà agli iscritti del Pd e chiede "un governo della città svincolato dai giochi di potere e dal mondo degli affari".

b.n.