Lei si accompagna a un travestito. Valanga di insulti in lettere anonime

La donna si rivolge a un legale e parte la denuncia per diffamazione

Un'aula di tribunale (Foto d'archivio)

Un'aula di tribunale (Foto d'archivio)

Viareggio (Lucca), 3 giugno 2018 - Si accompagna con un uomo che si traveste da donna, e inizia a essere diffamata con centinaia di lettere (anonime) in tutta Viareggio. Lettere dove viene definita una prostituta e un’attrice hard. Ma lei è solo una bella trentenne, di grande fascino e con un sorriso magnetico, di mentalità aperta, che ha amicizie nel mondo lgbt. Che quindi si è rivolta all’avvocato Aldo Lasagna per intaprendere una causa (contro ignoti) per diffamazione e violazione della privacy.

«Da quando ho iniziato a uscire con questa persona – racconta la giovane – la città è stata tappezzata di lettere, nella quale sono stata definita una malata di mente, una poco di buono, una depravata. Sono stati intercettati e colpiti capillarmente i miei amici, conoscenti, colleghi di lavoro, senza tralasciare hobby, passioni e luoghi che frequento nel tempo libero. Poi è arrivata una seconda ondata di lettere, firmate dal mio ufficio stampa che annunciavano l’uscita dei miei film porno, fornendo anche i miei dati personali (numero civico di casa e di telefono, ndr) per eventuali incontri piccanti. Ovviamente io non ho un ufficio stampa e non mi prostituisco». Sarà un ex morboso? Un finto o una finta amica? Une persona gelosa? La scintilla che ha innescato la rabbia dell’autore delle missive è stata la frequentazione della giovane con un uomo (più grande) che ama travestirsi, agghindato e attillato, sia di giorno che di notte, da donna. La coppia si è fatta vedere tranquillammente in Passeggiata, in centro città e nei locali della movida gay friendly della Marina di Torre del Lago.

«Mi sento una donna libera – conclude la ragazza – e detesto i pregiudizi e i punti di vista precostituti». L’avvocato Lasagna sporgerà denuncia per diffamazione e violazione della privacy personale ed eventuali altri reati ipotizzati dall’autoritaria giudiziaria. «Siamo fiduciosi che dagli elementi raccolti – spiega l’avvocato – si possa arrivare all’identificazione del corvo, l’autore delle missive. Per poi eventualmente richiedere anche il risarcimento dei danni di immagine».

Siamo a oltre 50 anni dal film “La Dolce Vita”, da quando Fellini sdoganò i travestiti con Antonio Iacono, alias Dominot, che interpretò se stesso. Per non parlare di Frank nel “Rocky Horror Picture Show”, dell’androgino Bowie, di Robin Williams nella simpatica “Mrs Doubtfire”, dei Queen nel video di “I want to break free”. Andando indietro nel tempo, si arriva ai tempi di Achille, che visse con un’identità femminile alla corte del re di Sciro, innamorandosi di una principessa che sposò prima di partire per la guerra. Ma sembra che nonostante mille battaglie, il riconoscimento di esprimersi in libertà, il travestitismo generi ancora scandalo, soprattuto in una piccola città, o città piccola, come Viareggio.

Dario Pecchia