Incendio Massarosa, gli sfollati tra dolore e rabbia: "Abbiamo perso tutto"

A Massarosa tra gli sfollati: "Non dimenticheremo quelle notti". In fuga dalle fiamme mentre il fuoco circondava case e fattorie. "Abbiamo liberato le galline e poi via di corsa verso la salvezza"

Alcuni sfollati di Massarosa

Alcuni sfollati di Massarosa

Massarosa (Lucca), 21 luglio 2022 - "Non voglio pensare che possa essere stato l’uomo, ma purtroppo è quasi sempre così". La saggezza popolare di Francesco Baglioni, che legge un libro dopo aver fatto il bagno, anche in questo caso porta sulla strada giusta. Cioè quella sbagliata. La Versilia delle vacanze incenerite dal rogo, spazza via la fuliggine ma non i cattivi pensieri. I cinque inneschi sui quali indagherà anche la task force della Forestale, inviata da Roma, fanno scattare la caccia al piromane. Resta sempre quel labile margine del dubbio ma i vigili del fuoco hanno trovato tracce difficilmente equivocabili. 

"Siamo rimasti tutta la mattina a pulire il terrazzo, è la mia prima volta in Versilia", dice Lorenza Droandi sulla spiaggia. "Ci venivo da bambina ma non ricordavo nulla: questa notizia è sconvolgente". E’ turbata dagli accadimenti. E da quell’ipotesi che sta diventando ora dopo ora sempre più certezza. Qualcuno ha voluto quel fuoco. La distruzione. La gente in fuga. Le lacrime di una vita che si stava costruendo, quella di Giulia Lodetti. Che non ha voglia di mangiare. E’ finita in branda alla scuola Pellegrini la sua notte più difficile. Evacuata dai vigili del fuoco, insieme ad altre 500 persone. Non tutte lì, non tutte insieme. C’è poca allegria sui banchi. E i fusilli al pomodoro (il cibo per sfollati e volontari lo ha donato Unicoop Firenze) diventano colla guardati con la mestizia di chi teme di aver perso tutto. Ha quarant’anni, Giulia. E da un anno abita a Montigiano. Uno dei due paesi interamente evacuati insieme a Gualdo. 

E’ un disastro vero. "Qualche giorno per bruciare circa 800 ettari di macchia mediterranea e 50 anni per tornare alla normalità". A dirlo è il presidente di Confagricoltura Toscana Marco Neri. E’ questa la situazione che abbiamo davanti, "ecco perché oggi è ancora più importante investire sui nostri boschi e le nostre foreste". Secondo le stime dell’organizzazione "servirà un investimento di dieci milioni di euro per ricreare il verde andato in fumo: sette per ricreare l’area boschiva e tre per la manutenzione". Non si possono lasciare i boschi al loro destino. "Bisogna pulire il sottobosco, potare, fare opere di regimentazione idraulico-forestale".

Quei nuvoloni che appaiono all’orizzonte già all’altezza di Altopascio sulla Firenze-Mare non annunciano che farà pioggia. Magari, perché servirebbe. Sono strani, cangianti, si allungano e cambiano forma col vento, ma non sono cirri. Piuttosto il sintomo funesto di una catastrofe. "Non so se ritroverò casa, i miei ricordi, i risparmi di tutta una vita". Giulia parla ancora della sua casa. Non trova pace. "Ho cercato di portare via più cose possibile, ho riempito la macchina". Ma i ricordi. Ripete. Nasconde il volto mentre le scappa da piangere. 

I telefoni squillano in continuazione, a scuola. Meglio quando suona la campanella. Qui non c’è aria di ricreazione. Anche se c’è chi fa ginnastica per non pensare. Chi porta a spasso i cani. "Ho pensato subito a loro", dice Simona Pettorossi. E’ qui con tutta la famiglia. I pompieri alle una e mezzo della notte di ieri hanno capito che anche via dell’Acquachiara, a Massarosa, era in pericolo. "Si pensa a salvarsi e salvare gli animali, è il primo istinto: io ho preso loro», e indica i due setter Noa e Milo che annusano. Lui marca il territorio. Ma qui, in questo giardinetto dei ragazzi, forse è il primo cane a entrare. «Mio suocero ha liberato le quindici galline, chissà». Già, chissa. «Speriamo si siano salvate», dice Simona. Ma il pensiero è diverso dalle parole. 

Il governatore Eugenio Giani è rimasto fino a notte a Massarosa. "Il capo del dipartimento della protezione civile Curcio mi ha promesso che arriverà il quinto canadair – dice – Uno eravamo stati costretti a spostarlo sull’incendio di Vecchiano». E’ un disastro. Ma non c’è da perdersi d’animo. Anzi. L’assessora alla protezione civile Monia Monni è saltata sull’elicottero per andare a verificare il nuovo fornte delle fiamme. Purtroppo il vento. Putroppo la notte che tiene a terra i velivoli con le bombe d’acqua. Purtroppo. Ancora non è spento. va verso nord, le fiamme corrono nel cielo viola.