Incendio Massarosa, la disperazione di chi ha perso tutto. Catena di solidarietà

Cittadini e hotel hanno messo a disposizione camere per gli sfollati, associazioni di volontari e veterinari stalli per gli animali. Le testimonianze

Massarosa (Lucca), 20 luglio 2022 - Ci sono immagini destinate a restare, per raccontare ciò che nessuno avrebbe mai voluto vedere. Il cielo rosso nella notte più nera di Massarosa. E l’alba, rosa come un tramonto, offuscata da una nuvola di fumo che ha coperto il sole sopra la Versilia. Il volo dei Canadair tra i gabbiani; il fronte del fuoco governato dal vento. La cenere come nevischio caduta fino al mare nel giorno più caldo di quest’estate torrida. Il cordone degli uomini e delle donne dell’antincendio a tu per tu con le fiamme, la piazza del Mercato senza banchetti, trasformata nelle sede operativa dei soccorsi. La gente in strada, stravolta. Quel cavallo e la capretta che terrorizzati percorrono via degli Sterpeti, per descrivere il dramma silenzioso vissuto dagli animali. Ma, oltre alle fiamme, alla paura, alla senso di impotenza di fronte a quell’inferno, è destinata a restare anche l’immagine della catena di solidarietà che da Massarosa si è allargata ovunque.

In tanti hanno raggiunto amici, parenti e conoscenti per aiutarli a contenere il fuoco che si è spinto fin dentro i giardini della abitazioni, da Bozzano a Montigiano, utilizzando ogni mezzo a disposizione. Attingendo acqua dai pozzi fin che ce n’è stata. Alberghi e cittadini hanno messo a disposizione camere per accogliere le persone, oltre un centinaio, costrette a sfollare. Coordinati dalla centrale 118 decine di volontari dell’emergenza si sono mobilitati per assistere le persone anziane, sole, o fragili durante le operazioni di evacuazione. L’ambulatorio veterinario di Quiesa ha gestito invece lo stallo per gli animali. Tutti uniti, contro il fronte del fuoco.

 In piazza a Massarosa c'è un manipolo di residenti, alcuni non hanno chiuso occhio dalle 2 di notte. A svegliarli è stato il crepitio continuo proveniente dal bosco, come racconta Eduart Arapi, di origini albanesi, anche lui residente in via Polla del morto con la moglie e due cani. "Non si respirava: da noi c’è vento forte – dice – e cambia direzione di continuo. Sono in piedi dalle 2.30, il cielo era illuminato a giorno e i pini sembravano delle grandi torce. Un inferno, come fossimo in guerra: davanti al fuoco sei impotente. Siamo rimasti in casa fin quasi alle 14, poi sono venuti i carabinieri ordinandoci di lasciare l’abitazione. La nostra casa non dovrebbe essere in pericolo, tutto intorno tengo anche pulito. Pensare che avevo appena rifatto il tetto: l’importante è che stiamo tutti bene, prima di venir via abbiamo aperto le gabbie lasciando libere una quindicina di galline, spero si siano salvate".

Disperata Rosella Salarpi che grida ai vigili del fuoco, a loro volta stremati da ore di battaglia contro il fuoco e arrivati da ogni dove: "Vi ho avvisato due ore fa quando ho visto le fiamme arrivare in giardino, perché non siete intervenuti subito?". Mentre continua il viavai di persone nel campo base allestito in piazza, emergono altre storie di paura e apprensione. Come quella di Silvana Greco, fuggita dalla sua casa di via degli Oliveti, al di sotto della zona dell’incendio, insieme a figlia, nipote e genero (più il cane): "Siamo venuti via verso le 7,30 perché abbiamo cominciato ad aver paura. Non era saggio restare lì, le fiamme si stavano avvicinando troppo ed era pieno di fuliggine e fumo. Non sappiamo ancora cosa fare né quando potremo tornare a casa". E così pure Giulia, che abita in via Polla del morto: "Alle 4 ci siamo svegliati perché stava scricchiolando ogni cosa, fuori il cielo era rosso fuoco. Poi le fiamme sono venute verso di noi intorno alle 12 e siamo scappati: un inferno".