In Versilia centrodestra tra 41 e 55% Ma per vincere i Comuni non basta

Già iniziate le manovre per Pietrasanta (2023) e Viareggio (2025). I numeri sconsigliano le divisioni

dI Beppe Nelli

A bocce ferme, anche se in realtà gireranno a lungo in alcune stanze del potere politico, è chiaro che la Versilia ha dato la maggioranza politica alla coalizione di centrodestra, trainata dai Fratelli d’Italia che hanno anche un po’ fagocitato gli alleati. Per esempio la Lega, che però festeggia l’elezione di Elisa Montemagni alla Camera e il subentro di Massimiliano Baldini al Consiglio regionale. Del resto nel 2018 era stato Matteo Salvini a fare il boom, ma nella coalizione il voto dei leghisti aveva spinto in Parlamento Riccardo Zucconi (Fdi) e Massimo Mallegni (Fi). Un po’ per uno in collo a mamma, si suol dire.

Ma la mamma può abbracciare un figlio per volta, e i fratellini di centrodestra già scalpitano per le elezioni comunali, benché in Versilia il voto politico non si sia quasi mai tradotto pari pari in consenso amministrativo. Comunque in passato l’astensione premiava la sinistra. Domenica invece la minore affluenza ha riguardato gli elettori di sinistra, segno che c’è uno scollamento tra i bisogni dei cittadini e le attenzioni dei partiti governisti ed europeisti, primo tra tutti il Pd. Le bollette e la decurtazione degli stipendi colpiscono tutti queli che, senza vantaggi personali, esprimono un voto d’opinione.

Passata la sbornia, i politici cercano auspici per le prossime elezioni comunali. A Viareggio cadranno tra due anni e mezzo, un tempo che rende vana ogni previsione perché nel 2025 potrebbe essere cambiato il mondo, non solo la città. Invece Pietrasanta voterà tra un anno, e c’è agitazione da tempo. A Viareggio i dati aggregati (Camera uninominale) danno il centrodestra al 41,1%, il centrosinistra al 31,4%. i grillini al 12,5% e centro al 7,8%. Alle future comunali si può ipotizzare che si aggregherebbero, almeno al ballottaggio, i voti di sinistra, M5S e Azione: sarebbe il 51,7% Giorgio Del Ghingaro avrà esaurito il secondo mandato e non potrà ricandidarsi (infatti la linea del Pd è attendere: ha da passà a nuttata). Ma gli schieramenti si dividono, i candidati litigano, il sistema elettorale favorisce la presentazione di liste personali per cercare di contrattare al ballottaggio. E poi mai fare i conti senza l’oste, visto che il sindaco potrebbe anche mandare in campo un suo successore (o successora) trasversale. Intanti i Dem viareggini hanno pagato meno pegno al trionfo dei meloniani. E questo nonostante gli strappi e i commissariamenti. Così ora festeggiano la segretaria regionale che pilotò la rialleanza con Del Ghingaro e poi i rinnovamenti e le cacciate: Simona Bonafè, è entrata in Parlamento. In via Regia son contenti.

Uno sguardo ai dintorni: a Camaiore centrodestra 50,9%, centrosinistra 27,3%, M5S 8,9%, centro 5,5; a Massarosa centrodestra 50,1%, centrosinistra 26,6%, M5S 11%, centro 5,5%; al Forte centrodestra 54,8%, centrosinistra 22,4%, M5S 8,8%, centro 8,6%; a Seravezza centrodestra 46,9%, centrosinistra 28,2%, M5S 12,7%, centro 5,8%; a Stazzema centrodestra 49%, centrosinistra 24,2%, M5S 15,1%, centro 4,4%.

Sarebbe interessante far notare al centrodestra che a Massarosa e a Camaiore, caratterizzate da liti e spaccature, la grande maggioranza politica di domenica, solo pochi mesi prima, non è riuscita a conquistare i due Comuni. Ma è vano. Roventi infatti sono le relazioni pericolose dentro al centrodestra pietrasantino. Qui Massimiliano Simoni di Fratelli d’Italia, con nuove folate di vento in poppa, vuole subentrare ad Alberto Giovannetti. Una divisione del centrodestra alle comunali 2023 potrebbe rimettere in gioco il centrosinistra. I voti politici hanno visto il centrodestra al 48%, il centrosinistra al 27,8%, i grillini all’11,2%, e i centristi al 6,7%. Senza contare che il dominus di Forza Italia, Massimo Mallegni, in casa sua traina le masse. La partita sembra tutta a favore di Giovannetti, ma una spaccatura dell’alleanza potrebbe rimettere in gioco un centrosinistra con elettori grillini e renziani convergenti sul Pd (per lo meno all’eventuale ballottaggio) che domenica hano totalizzato il 45,7%. Stiamo sommando le mele con le pere, come dicevano i maestri di scuola. Ma quando volano i pomodori anche i conti anomali fanno risultato. "United we stand, divided we fall" (cit. Pink Floyd).