"In piedi o seduti, questo Carnevale si farà Siamo organizzati per tamponi e green pass"

La presidente Marcucci: "I tecnici aggiornano continuamente i piani per essere pronti a rispettare le norme che ci saranno il 18 settembre"

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di Beppe Nelli

A costo di far sfilare monatti e medici della peste col becco tra un carro e l’altro, il Carnevale Universale si farà. Con gli spettatori seduti, in piedi, contingentati, "tamponati" o "green-passati", ma si farà. La presidentissima Marialina Marcucci non ha ancora la soluzione in mano, i tecnici aggiornano la situazione e le norme anti Covid H24, e su tutto e tutti aleggia la forza della volontà: non a caso, sono due parole di genere femminile.

Che avete deciso alla riunione tecnica? Il Carnevale sfilerà? O alzate bandiera bianca?

"Siamo in fase di studio. Quando dal Governo ti dicono che gli spettatori vanno messi tutti a sedere, per un Carnevale come il nostro il problema c’è".

Dica la verità, con la ripresa dei contagi non c’è speranza.

"Ma neanche per idea. Io confido che tutta la questione si risolverà. Al momento dobbiamo solo limitarci a prevedere ingressi fino al 50% della capienza, non mi risulta che per noi ci sia un tetto di 5 mila ingressi. Il problema è che ogni due per tre esce un decreto e cambiano le regole a seconda della situazione".

Quindi ancora la soluzione chiavi in mano non c’è.

"Ma ci sarà. Da tempo prepariamo piani diversi col massimo della flessibilità per adeguarci a quanto consentiranno le normative in vigore il 18 settembre".

Che ipotesi avete elaborato?

"Avendo varie possibilità, chiuderemo il piano al momento di sfilare. I tecnici studiano perennemente la situazione e potremo adeguarci a qualunque obbligo. Adesso è inutile pubblicizzare le varie ipotesi tecniche: ci prepariamo a organizzare un circuito per spettatori in piedi, seduti, o distribuiti in sezioni. E per un pubblico che va da mille a 40 mila persone. Quindi, il 18 settembre, il Carnevale di Viareggio si farà".

E se arrivasse un divieto assoluto per ogni manifestazione?

"In quel caso non ci sarebbe nulla da fare. Ma questo non sembra proprio plausibile, perciò sfileremo sui viali a mare col numero di spettatori consentiti dalla normativa del momento".

Lei è più inflessibile di Margareth Thatcher, Golda Meir e Indira Gandhi messe insieme. Ma se potrete fare entrare pochi spettatori, che ne sarà dell’incasso e del bilancio della Fondazione?

"A tutto c’è soluzione. Nel caso, troveremo il modo di uscirne e stiamo già studiando, se servirà, la procedura per chiedere eventuali compensazioni. Nel 2020 abbiamo sfilato e con successo, anche economico. Per il mancato incasso dal 2021 a oggi chiederemo l’intervento dello Stato, del Ministero, di chi ha sempre riconosciuto le compensazioni pubbliche".

Mettiamo che tutto vada per il meglio. Ma con questo virus mutante, con le varianti dall’Alfa alla Delta, che prospettive ci sono per i corsi del 2022?

"A maggior ragione rispetto al Carnevale Universale, le sfilate del 2022 sono sulle corna delle chiocciole, come si suol dire. Ma faremo il Carnevale a febbraio, a primavera, in estate o in autunno. Non mettiamo le carro davanti ai buoi, però nel frattempo siamo diventati bravi a trovare soluzioni. Non io, i carristi e i tecnici".

A settembre, se ci sarà il via libera, di sicuro ci vorrà il green pass per entrare ai corsi. Come farete a controllarlo a migliaia di spettatori?

"La società a cui abbiamo affidato la sicurezza è già attrezzata per leggere i green pass, perché gestisce anche gli ingressi negli stadi. Faremo accordi con le farmacie comunali e associazioni come la Croce Verde per un percorso agevolato dei tamponi nelle 48 ore antecedenti ogni sfilata. E studiamo come far fare i tamponi rapidi a chi arriva in giornata, in punti specifici lontani dagli ingressi del circuito, attraverso i nostri partner. Quel che ci vuole ci va, e il Carnevale Universale si farà".