Tommaso
Strambi
Ne sanno qualcosa gli albanesi che quest’anno si sono visti invadere da frotte di italiani. Una vera e propria legge del contrappasso trent’anni dopo. Ma tant’è. Mare cristallino e prezzi abbordabili hanno fatto da traino in quella rotta al contrario. E Viareggio che fa? Piange. Ma è davvero andata così male la stagione? A sentire alcuni operatori pare proprio di sì. Siccome, però, siamo diffidenti per dna, abbiamo deciso di andare a sbirciare tra i numeri e quelli, a differenza della vacuità delle parole, non mentono. Ecco, allora, che i dati sull’imposta di soggiorno (quindi quelli relativi alle presenze alberghiere) sono perfettamente in linea con il 2022 (che fu un anno record dopo il Covid). Ad essere pignoli mancano 20mila euro, ma non sono ancora arrivati i versamenti 2023 tardivi (soprattutto da certi portali) per cui alla fine l’introito finale sarà superiore al milione e centomila. Vale a dire qualche centinaio di migliaia di euro in più rispetto al 2019 (pre Covid). Ma ci sono altri due dati interessanti. Quello sulla raccolta dei rifiuti domestici. A giugno e luglio si è registrato un incremento dell’8% rispetto allo scorso anno. Significa che le famiglie (soprattutto italiane, ma anche straniere) sono tornate ad affittare le case (non solo in fascia mare) e produrre rifiuti. Segno che Viareggio è tornata ad essere attrattiva come negli anni ’80-’90. A dimostrazione che, al di là delle sterili (e personali) polemiche, le azioni di promozione messe in atto stanno dando risultati veri. I turisti ci sono e anche tanti. Non vi basta? Allora guardiamo ad un altro dato interessante, quello delle vendite dei gelati. Alla Sammontana si leccano i baffi. "I numeri di pezzi venduti a Viareggio sono più performanti del 2019", ammette qualche manager. Dunque “chi non piange non puppa“? O forse, chi investe e accoglie con il sorriso cresce e fa fatturato. Mentre chi resta ancorato a presunzione, arroganza e disservizio, inevitabilmente crolla di anno in anno dando colpe a destra e manca. Poi fate voi. A forza di gridare al lupo al lupo, avvertiva già Esopo, alla fine non vi crede più nessuno.