Il sindaco chiude definitivamente col Pd

Del Ghingaro: "Ora basta". Pesantissima esternazione contro la gestione del partito viareggino e i gruppi che lo compongono

Fine del tira e molla tra le anime del pd e il sindaco? Giorgio Del Ghingaro ha affidato ai social la decisione ultimativa: "Basta. A un certo punto bisogna dire basta".

Nelle puntate precedenti, il Pd Viareggio è uscito dalla maggioranza, Del Ghingaro s’è presa come assessora la consigliera Sara Grilli, poi una corrente ha riproposto la necessità di ricucire, e la segreteria ha risposto picche. Da qui la dura esternazione del sindaco: "Ci eravamo illusi che il Pd di Viareggio potesse cambiare, che si potesse ricostruire dalle fondamenta e farne un partito connesso col territorio e la comunità, ma dobbiamo prendere atto che non è ancora pronto. Dilaniato da correnti interne voraci, succube di personalismi imbarazzanti che lo condizionano e lo bloccano in un immobilismo anacronistico. Il Pd è rimasto chiuso in se stesso, incapace di confrontarsi con una società che è cambiata e cambia ogni giorno, arroccato nel fortino di meccanismi superati, guarda solo al proprio interno e si stacca sempre di più dai bisogni dei cittadini". E il bello è che questo Pd è stato quasi interamente rinnovato, il commissariamento ha sostituito un’intera classe dirigente.

Ma nonostante i nuovi arrivati l’idillio con Del Ghingaro è durato poco: "Il Pd è tuttora refrattario al vero cambiamento, prigioniero dei propri riti, in mano a poche persone che con la scusa di difendere idee e valori in realtà garantiscono se stesse, i loro ruoli presenti e le loro posizioni future. Lo dico a malincuore, perché c’avevo creduto nel 2020, quando facemmo l’accordo per governare insieme a Viareggio. Ad un certo punto bisogna dire basta. Viareggio si governa con lealtà, correttezza, impegno e fatica, non con le chiacchiere di qualche saputello che con una tessera in tasca si sente benedetto dal signore. Qui ci si sporca le mani, si lavora, ci si dà da fare per tutti e non solo per alcuni col marchio di fabbrica, si perseguono obiettivi generali e non particolari. E soprattutto si dice la verità e non si raccontano novelle, perchè bisogna essere trasparenti con la città. Bene hanno fatto alcuni esponenti del Pd a sottoscrivere un documento che critica pubblicamente la gestione “particulare” del partito. Il Pd a Viareggio non fa politica da anni, occupato com’è a garantire prima un gruppo, poi l’altro, che si rincorrono a vicenda, che non riescono più ad esprimere contenuti, ma solo invettive o scuse. Dal Pd ci si aspetterebbero prese di posizione contrarie a quelle della Lega ed invece votano insieme, incuranti della storia e degli ideali di un partito che nessuno potrà mai cancellare".

E’ finita davvero? Se non ci fosse di mezzo la politica, materia in cui spesso ci si prende a seggiolate in aula e dopo si va a mangiare la pizza insieme, si potrebbe dubitare. Ma domani è prevista l’udienza al Tar per la richiesta di sospensiva nel ricorso del Comune contro la nomina fatta dal governatore Eugenio Giani (Pd) alla Port Authority. L’ennesima questione che divide la maggioranza civica e i Dem.

b.n.