Il Re muove e dà scacco a Lucca e Viareggio Un’occasione irripetibile per Del Ghingaro

Se si dimettesse entro il 24 febbraio per candidarsi nel capoluogo, potrebbe influenzare anche le immediate elezioni anticipate in città

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di Beppe Nelli

L’ultimo post Facebook di Giorgio Del Ghingaro riguarda il sindaco di Firenze, ma è semanticamente rivolto a quello di Lucca. Le sortite social sono ormai decine, e sempre più si moltiplicano i contatti che fanno pensare a una candidatura alle prossime comunali del 2022 nel capoluogo. Rispetto al passato c’è una congiunzione di scadenze – se è anche congiunzione astrale si vedrà – che potrebbe permettere a Re Giorgio di vincere a Lucca, e far eleggere un fidato scudiero alle contemporanee elezioni anticipate a Viareggio. Se funziona, altro che terzo polo.

A Lucca la principale chiacchiera politica riguarda le mosse di Del Ghingaro ma anche del suo storico braccio destro Valter Alberici. "Non faccio nulla se non ho accanto a me Valter", disse Del Ghingaro dopo la prima vittoria a Viareggio. Anche Alberici sta incontrando a ripetizione gli "influencer" elettorali: uomini e donne ai vertici nell’economia, negli enti e nelle istituzioni, che possono indirizzare il voto di chi li ascolta. E questo è un dato di fatto. Il principale problema del Pd, alleato e avversario al tempo stesso di Del Ghingaro, è capire se il sindaco viareggino vuole veramente dare l’assalto alle mura, o se tira la corda per ottenere concessioni politiche in cambio della rinuncia. Da mesi è in ballo ancora la nomina del segretario della Port Authority, per esempio.

La congiunzione "astrale" che può ispirare le nuove mosse sulla scacchiera è semplice: 1) la pandemia è sotto controllo e, se in inverno non ci saranno sorprese, non farà rinviare la data delle amministrative 2022 come accaduto l’ultima volta a Viareggio; 3) la legge 182 del 1991 stabilisce che le elezioni comunali si tengono in una domenica compresa tra il 15 aprile e il 15 giugno: a Lucca ipotizzano maggio; 3) la stessa legge al secondo comma stabilisce che le elezioni comunali anticipate si svolgono nella stessa data delle elezioni ordinarie dello stesso anno, se la causa di scioglimento del consiglio comunale è avvenuta entro il 24 febbraio. Vale a dire che: verso fine febbraio sarà chiaro se le comunali non verranno rinviate causa Covid, si saprà forse la data, e se Del Ghingaro si dimetterà per candidarsi a Lucca, si rivoterà nello stesso giorno anche a Viareggio, dopo un commissariamento brevissimo. Come i campioni, Del Ghingaro gioca a scacchi contemporaneamente su più tavoli e contro avversari multipli.

Dunque se Re Giorgio lascia entro il 24 febbraio, la sua macchina da guerra elettorale potrà gestire anche la candidatura di un uomo della sua alleanza civica a Viareggio, con poche settimane di campagna tali da non far dimenticare le cose fatte e l’effetto traino. Già circolano due nomi per l’abdicazione viareggina: Federico Pierucci, proveniente dal Pd e quindi spendibile per l’elettorato di centrosinistra; e Alessandro Meciani, proveniente da Forza Italia, spendibile non solo tra gli elettori di centrodestra e la lobby dei balneari, ma anche possibile snodo di accordi politici versiliesi.

L’arma principale dell’agire delghingariano è il civismo, usato pure da Bruno Murzi a Forte dei Marmi, dove sembra attrarre il centrodestra per il prossimo turno che coinciderà con quello di Lucca. E proprio a Lucca Del Ghingaro, se getterà il dado e attraverserà il Serchio (Alea iacta est, no?), chiaramente riproporrebbe il civismo che con le liste locali e lo stemperamento delle ideologie ha consentito finora di formare impensabili maggioranze. Del resto il civismo non è altro che la politica centrista applicata ai Comuni, dove l’appartenenza politica conta meno delle persone: prende i voti di centro, e svuota le ali moderate a destra e a sinistra. Quello che faceva la Dc, meglio dell’imitazione attuale del Pd. Del Ghingaro, cioè, è al contempo one-man-party e catch-all-party: il partito di un solo uomo al comando, che pesca in ogni parte dell’elettorato.

Ecco perché l’ultimo post Facebook di Del Ghingaro con la foto di Palazzo Vecchio riattizza i fermenti lucchesi: "Il sindaco si arrabbierà e dirà che uno che viene dalla provincia non si può permettere di fare questi affronti al capoluogo toscano?". Parla a Nardella perché Tambellini intenda, dopo tante schermaglie tra lucchesi di "fora" e dentro le mura. E il recente appoggio pubblico alla candidatura di "Viareggio Capitale della cultura 2024" dato dal senatore Andrea Marcucci, dopo le notissime liti tra sindaci, aggiunge parecchio peperoncino alla zuppa in cottura: cacciucco, farro coi borlotti, o entrambi?