Il paese scampato ai roghi si arma per ripartire Cinquanta volontari bonificano il territorio

Nel borgo collinare sta nascendo un comitato che si occuperà della gestione dell’emergenza e, in futuro, della promozione dell’abitato

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di Daniele Mannocchi

MONTIGIANO (Massarosa)

Erano una cinquantina. Si sono dati appuntamento poco dopo l’alba, sacrificando la prima domenica di agosto per mettersi a disposizione della comunità e avviare l’opera di sistemazione del territorio dopo l’incendio devastante dello scorso luglio. Il paese di Montigiano, forse il più colpito dalle fiamme, ha reagito con un moto di orgoglio e di solidarietà alle difficoltà della fase di ricostruzione.

C’è una sola strada che, salendo dal monte Pitoro, porta al borgo di Montigiano. Il paese, abbarbicato sul versante occidentale della Ghilardona, domina la piana massarosese e offre una vista panoramica mozzafiato della Versilia intera. E proprio quella strada i paesani hanno iniziato a ripulire dai detriti ereditati dai quattro giorni d’inferno passati in balìa del fuoco. Circa cinquanta persone, armate di buona volontà e con mezzi propri - carriore, motocarriole e un paio di trattori - hanno lavorato sotto il sole, fino quasi a mezzogiorno, per mettere in sicurezza il proprio territorio.

I problemi da affrontare sono grosso modo due: il primo riguarda la presenza dei detriti che hanno bloccato canali di scolo, fosse e zanelle. In caso di pioggia, il rischio è che l’acqua non trovi il modo per defluire verso valle seguendo gli incanalamenti consueti, debordando con effetti imprevedibili. Su questo aspetto si sono concentrati gli abitanti del paese, che in poche ore hanno raccolto diverse decine di quintali di materiale, liberando i canali di scolo in modo certosino, tanto da arrivare a spazzarli con la scopa. Edè già in programma un secondo ’lotto’ di interventi per continuare l’operazione di messa in sicurezza della zona.

Il secondo problema, forse ancora più pressante dal momento che, in questo specifico settore, gli abitanti del borgo hanno meno margine d’intervento, riguarda invece la tenuta dei versanti a ridosso della strada. La folta vegetazione che dominava i due lati della via aveva il merito, in caso di pioggia, di garantire la stabilità dei versanti grazie al lavoro delle piante d’alto fusto: l’apparato radicale di questo tipo di vegetazione, compattando il terreno, preveniva l’eventualità di frane e smottamenti. Oggi, con tanti alberi bruciati, una cinquantina abbattuti e un’altra sessantina da tagliare perché pericolanti, la strada che porta a Montigiano si presenta ’nuda’ ai suoi lati. E già adesso, con la sola azione del vento, piccole porzioni di terriccio scivolano verso valle, fino alla sede stradale. Per contenere le frane, serve almeno una rete contenitiva: ma l’estensione dell’area è tale da richiedere un esborso economico non indifferente, e comunque non sostenibile dai soli abitanti.

I paesani, comunque, pur essendo consapevoli dei rischi - siamo quasi a metà agosto, e la pioggia non si può evitare per sempre - sono animati da un ritrovato spirito di corpo. La giornata di pulizie ha avuto un epilogo conviviale con una pizzata sul belvedere di Montigiano, aperta a chiunque avesse qualcosa da condividere. Ed è allo studio la creazione di un comitato di paese che consenta di raccogliere idee, proposte, progetti e risorse, discuterli e incanalare le energie, in modo da non disperdere le forze messe a disposizione da questo rinnovato spirito di borgo.

In una prima fase, il comitato opererà concentrandosi sulle necessità del post incendio, e dunque la ricostruzione e la sinergia con le autorità per la messa in sicurezza del territorio. In un secondo momento, poi, passata la fase emergenziale, potrebbe subentrare un ulteriore lavoro di promozione di Montigiano e valorizzazione di un paese che rappresenta un vero e proprio fiore all’occhiello del territorio.