Dai capelli bianchi, e i segni della lunga vita vissuta che gli incorniciano gli occhi si intuisce che è un pensionato. Non ha le braccia incrociate dietro la schiena, ma comunque osserva in silenzio gli operai al lavoro tra ruspe, escavatrici, martelli pneumatici... "La prego però, non scriva che passo il tempo guardando il cantiere..." Umberto sorride. Perché sa che era facile fraintendere, e allora racconta: "Spesso la mattina vengo qui, prendo un caffè e leggo il giornale al sole. Prima mi sedevo là" e indica col dito la panchina della terrazza, "ma ora mi hanno sfrattato...". Non c’è più la sua panchina, da cui sfogliando le pagine, leggendo tra le righe di piombo, è entrato nei fatti del mondo e di Viareggio, e non c’è più nemmeno la Terrazza sul Belvedere di Torre del Lago. Spianata. "Sa – aggiunge – io sono vecchio, faccio fatica ad abituarmi ai cambiamenti e quella terrazza c’era da quando ho ricordi. Ma spero che ai giovani questo nuovo Belvedere piaccia".
Umberto non è il solo che si allunga fino alle sponde del lago, alla spicciolata sono in tanti ad affacciarsi sulla riva del Massaciuccoli, con la scusa di una passeggiata col cane, "per vedere come procedono i lavori". Approvati dalla Soprintendenza, contestati dal sottosegretario alla cultura Vittorio Sgarbi, e partiti dopo una mediazione tra il Comune e il Ministero lo scorso 4 settembre. In meno di un mese è stata demolita le terrazza, sul fronte meridionale del Belvedere, e anche la sponda più vicina. Da quella parte i lampioni sono stati sradicati, così come alcuni degli alberi. "Questa è stata forse la parte più dolorosa, alcune di queste piante erano qui da ottanta, forse cent’anni. Non vederle più mette un po’ di malinconia".
Giacomo Bini è il titolare dello Chalet sul Lago, rilevato nel 2000 insieme alla sua storia ultra secolare che ancora vive nella sua splendida architettura. Vecchio ritrovo di cacciatori e salotto culturale di un cenacolo di artisti, frequentato anche dal maestro Giacomo Puccini, che nella sua figura custodiva entrambe queste dimensioni, e che dalla sua Villa, oggi museo, poteva raggiungere con una ventina di passi appena. "Gli operai – racconta Bini, dalla sua prospettiva privilegiata – lavorano sodo, infatti ogni giorno si vede qualche cambiamento. Un passo in avanti. E sono anche ben organizzati, con tanti mezzi a disposizione".
Ad aggiudicarsi l’intervento – con un costo pari a 2milioni e 100mila euro di fondi Pnrr – è stata la ditta Co.ge.co, Costruzioni e appalti con sede ad Arce (Frosinone). "Nonostante la mole dei lavori, per il momento – aggiunge il titolare dello Chalet – sono stati organizzati in modo da non impattare eccessivamente sulla vita delle attività". Anche il ristorante da Cecco è regolarmente aperto, "Certo vedere la piazza sottosopra... (e si interrompe), però dobbiamo immaginarla come sarà. E se i lavori procedono con questi ritmi credo che per la bella stagione, come annunciato, sarà conclusa".
Terminati gli scavi, partirà la posa dei sotto-servizi. Forse la fase più delicata dell’intervento visto che dovranno incrociarsi diversi operatori: idrico, elettrico, del gas... L’obiettivo che l’amministrazione Del Ghingaro si è posto è inaugurare il nuovo Belvedere, senza più le paratie a separare la terra dal lago, per la stagione lirica del Festival Pucciniano nel centenario della morte del maestro. Ma probabilmente anche con un po’ di anticipo.
Si vocifera infatti, che proprio dal Belvedere di Torre del Lago potrebbe partire una delle tappe del Giro d’Italia, dopo l’arrivo in programma il 6 maggio a Lucca. Un arrivo e una partenza legati dalla memoria di Puccini, nato a Lucca ma cittadino di Torre del Lago. La conferma, eventualmente, arriverà il 13 ottobre, quando sarà svelato il programma della carovana rosa. Ma tanto basta per accendere gli entusiasmo. "La frazione – dice una residente – ha bisogno di un progetto di rilancio, il centenario della morte di Puccini potrebbe essere l’inizio, mi auguro, di un nuoco corso. E il Giro una bella opportunità per far conoscere il nostro territorio". L’importante è che sul Belvedere ci sia una panchina, dove Umberto dopo il caffè possa tornare a leggere il giornale.