Il coro del Festival Puccini in San Paolino

Gran concerto martedì in occasione dell’anniversario della morte del maestro. In scaletta anche celebri musiche di Amadeus Mozart

VIAREGGIO

Serata eccezionale martedì, anniversario della morte di Giacomo Puccini, nella chiesa di San Paolino. Con inizio alle 18 ci sarà il concerto del coro del “Festival Puccini” nel contesto del mese pucciniano 2022 in cui verranno eseguite musiche del maestro e di Wolfgang Amadeus Mozart. Con nove soprani Monica Arcangeli, Simona Bottari, Chang Chung Wen, Beatrice Ghezzi, Rosalba Mancini, Emanuela Pellegrini, Dalila Privitera, Francesca Scarfi e Francesca Simonetti; quattro mezzosoprani Patrizia Amoretti, Fabiola Blandina, Aurora Brancaccio e Tiziana Somigli; tre contralti Katiuscia Baldini, Michela Galinella e Sandra Mellace, otto tenori Michela Di Muccio, Sergio Dragone, Stefano Fagiolini, Alberto Fonti, Claudio Giovani, Marco Guidorizzi, Alessandro Poletti e Francesco Segnini, quattro baritoni Walter Di Chiara, Tommaso Lorenzini, Charles Adrien Page e Antonio Picchi; tre bassi Tommaso Gamba, Marco Pellegrini e Fabio Picchetti, con la direzione del maestro Roberto Ardigò, si esibiranno i solisti Antonella Matarazzo,soprano, Stefanna Kibolava, mezzosoprano, Danilo Formaggia, tenore, e Arturo Edoardo Espinosa Bravo basso. Tutti accompagnati all’organo e al pianoforte da Michi Tabasaki e Elisa Montipò all’organo e al pianoforte e dalla viola solista Dany Rossi. L’eccezionalità del

concerto è costituita dall’esecuzione del “Requiem per coro a tre voci miste, viola e organo” di Giacomo Puccini, appunto, ma soprattutto del capolavoro di Mozart “Requiem Kv 626” per soli coro e pianoforte a quattro mani”. Un evento musicale di notevole risonanza artistica che ancora una volta vede protagonista la chiesa di San Paolino al centro della vitaculturale viareggina. Ascoltare dal vivo un’opera come quella mozartiana non è cosa di poco conto, data la sua complessità e magnificenza, ma anche sulla mai sopita polemica su quanta musica sia da attribuire al genio di Salisburgo od ai suoi allievi che la terminarono dopo la sua morte. Di certo tutta la prima parte, anche se la sua inconfondibile impronta è presente sino alla fine. Senza con questo volere sminuire la rara esecuzione del “Requiem” di

Puccini che costituisce la più importante delle sue rarissime composizioni religiose.

Mario Pellegrini