REDAZIONE VIAREGGIO

Il ‘comandante Andrea’ vive nella memoria di tutti

Filippo Antonini dona all’istituto storico della Resistenza l’archivio di famiglia. Carteggi, foto e filmati che documentano la lotta partigiana di suo nonno Beppe

"Lassù in montagna, durante la Resistenza, ho vissuto il periodo più bello della mia vita". Inizia così uno degli scritti di Giuseppe Antonini che, dal 30 aprile, saranno disponibili sul sito web dell’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea (ISREC) di Lucca. La donazione, ad opera del nipote Filippo Antonini, presidente provinciale dell’Anpi, raccoglie documenti, foto, carteggi e filmati che raccontano l’impegno politico di uno degli uomini che hanno fatto la storia di Viareggio e della Versilia nel Novecento.

Un vero e proprio archivio in cui la memoria personale di Antonini si intreccia con i grandi eventi che hanno segnato principalmente il secolo scorso: la militanza antifascista, il ruolo centrale nella Resistenza e nella Liberazione, l’impegno politico e sindacale nel Dopoguerra, le battaglie per l’aborto e il divorzio. "Questa donazione è come uno spogliarsi della personalità pubblica e storica di mio nonno per restituirla alla collettività", ci spiega Filippo Antonini che presenterà l’archivio nell’incontro streaming "Comandante Andrea. Documenti e riflessioni in ricordo di Giuseppe Antonini (1920-2009)", in programma domani pomeriggio alle 18,30, al quale parteciperanno anche Stefano Bucciarelli, presidente dell’ISREC di Lucca, e Massimo Michelucci, dell’Istituto storico della Resistenza Apuana (diretta sulla pagina Fb dell’ISREC di Lucca).

Giuseppe Antonini ha incarnato idealmente lo spirito di una Viareggio generosa e ribelle. L’esperienza partigiana è stata senza dubbio il faro di tutte le sue scelte morali e politiche. Con il nome di battaglia "Andrea", Antonini è stato commissario politico di una brigata che operava nelle montagne tra Massa e Carrara: celebre il suo contributo nella battaglia del monte Sagro, nell’agosto del 1944, quando la formazione da lui guidata riuscì a tenere testa ai battaglioni nazisti che avevano circondato la zona. "L’archivio adesso è a disposizione di chiunque voglia approfondire la figura di mio nonno", racconta Filippo Antonini che dedica questa iniziativa a Tristano Zekanowsky e a Cristina Ardimanni, partigiani uccisi dai nazifascisti nel 1944.

"Mio nonno – conclude Filippo Antonini – ha vissuto una vita intensa e ha avuto la fortuna di crescere figli e nipoti, Tristano e Cristina invece no. Mi piace pensare che, grazie a questo archivio, tutti noi possiamo diventare i loro figli e nipoti, uniti da quei valori di libertà, di giustizia e di uguaglianza che hanno accompagnato le loro scelte".

Michele Nardini