Delitto Iacconi, a maggio la sentenza. I maggiorenni scelgono l’abbreviato

Per l’accusa Bianchi e Fialdini colpevoli di concorso in omicidio

Gli amici di Manuele si sono a lungo mobilitati per chiedere giustizia per Manuele Iacconi, ucciso a 34 anni

Gli amici di Manuele si sono a lungo mobilitati per chiedere giustizia per Manuele Iacconi, ucciso a 34 anni

Viareggio, 1 marzo 2017 - E’ stato rinviato al prossimo 24 maggio il processo a carico dei due maggiorenni accusati di concorso insieme a due minorenni dell’omicidio di Manuele Iacconi e del tentato omicidio di Matteo Lasurdi. E per quella data sarà emessa la sentenza che potrà essere di innocenza o colpevolezza. Ma sarà tutto definito in un giorno solo con un rito abbreviato.

Ieri si è svolta davanti al gip, Antonia Aracri, la prima parte dell’udienza preliminare nel corso della quale c’è stata la costituzione di parte civile dei genitori, dei fratelli e degli zii di Manuele Icconi e anche di Matteo Lasurdi che rimase gravemente ferito nel corso di quella brutale aggressione in via Coppino. Lasurdi e i familiari di Iacconi sono difesi da un pool di avvocati guidati da Riccardo Carloni. Ne fanno poi parte gli avvocati Luca Fontirossi, Francesco Marenghi e Chiara Romanini.

L’avvocato Massimo Landi, difensore di Alessio Fialdini, oggi 21 enne, ha già annunciato che il 24 maggio in sede di udienza preliminare chiederà che il suo assistito venga giudicato tramite rito abbreviato. Ed è probabile che analoga richiesta venga fatta anche dall’avvocato Laura Maria Bitonte, che tutela gli interessi di Federico Bianchi, oggi 22 enne. Il gip Antonia Aracri ha già manifestato alle parti la volontà di chiudere nella data del 24 maggio quando dunque ci saranno le discussioni e la sentenza dopo la Camera di Consiglio.

Secondo la pubblica accusa, sostenuta dalla pm Sara Polino i due indagati Bianchi e Fialdini hanno avuto un ruolo attivo nel corso dell’agguato mortale. Il loro coinvolgimento è stato tirato in ballo da alcune testimonianze, una delle quali proprio del 17enne (già condannato a 12 anni dal Tribunale dei minori) che per primo – alcuni giorni dopo l’aggressione e con Manuele che ancora combatteva fra la vita e la morte all’ospedale di Livorno – si autoaccusò. Nella ricostruzione dell’accusa il Bianchi colpì con due pugni al volto sia Iacconi che Lasurdi mettendoli di fatto ko, mentre il Fialdini avrebbe passato a uno dei minorenni il casco con cui Iacconi venne poi ucciso. Tutte circostanze però negate dalle difese dei due indagati secondo le quali i due ragazzi non avrebbero avuto alcuna parte nell’omicidio di Manuele.

Quella maledetta notte di Halloween del 2014 Manuele stava rientrando da una festa in Darsena insieme a tre suoi amici. Davanti alla loro auto si parò uno dei giovanissimi con cui poi nacque il diverbio sfociato nella lite e poi nella brutale aggressione.