"I giovani non vogliono lavorare" Specialmente se la paga fa pena

Con la stagione riparte la lamentela degli imprenditori che non trovano dipendenti per hotel, bagni, bar e ristoranti. Ma il contratto, per le qualifiche più basse, prevede meno di mille euro netti al mese

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Ristoranti sold-out, bar affollati, e anche gli hotel, finalmente, sono tornati a riempire le camere. Soffiano venti di ripartenza nel turismo, ma non si trovano camerieri, lavapiatti, cuochi, manager di sala, e neppure bagnini per far navigare il settore dell’accoglienza. E’ il grido di allarme che, già da qualche anno ormai, lanciano gli imprenditori; sostenuto dal lungo elenco di posizioni, ancora libere anche in Versilia, negli elenchi dei centri per l’impiego. I giovani non si avvicinano più a questo mondo ricco di professioni, né in maniera strutturale né come stagionali: tema risollevato in questi giorni anche dallo chef televisivo Alessandro Borghese (foto in alto a destra): "Sono alla perenne ricerca di collaboratori ma fatico a trovare nuovi profili, i ragazzi - ha dichiarato Borghese – oggi preferiscono tenersi stretto il fine settimana". Posizione che trova d’accordo Flavio Briatore, ("Se sei nella ristorazione, il weekend devi lavorare. E dare disponibilità perenne", ha detto) ma anche tanti piccoli imprenditori locali. Perché in questo settore – spiega un ristoratore viareggino - si richiede la disponibilità a lavorare anche il sabato e la domenica, in turni diurni e serali. Spesso quando gli altri, impiegati in altri settori, si svagano". I sindacati, del canto loro, denunciano spesso condizioni di lavoro nero e basse retribuzioni con contratti farlocchi. Circostanze che certo non invogliano a mettersi in gioco.

Ma quanto si guadagna a lavorare nel turismo? Il contratto, come ogni altro contratto nazionale di lavoro, prevede diversi livelli di inquadramento e ad ogni livello corrisponde un diverso stipendio. Negli alberghi un quadro dirigenziale guadagna un minimo di 2mila 850 euro lordi al mese; mentre per un dipendente di categoria 7, in cui sono inquadrati da esempio i facchini, il minimo garantito dal contratto è 1.291,81 euro lordi. Negli alberghi minori la cifra scende: per un dirigente il minimo garantito è 2.271,97 euro lordi, per un livello 7, 1.285,81 euro lordi al mese. Stessa cifra per i campeggi. Nei pubblici esercizi quindi bar e ristoranti, si va da un massimo di 2.159,74 euro, ad un minimo di 1.218,50 euro. Negli stabilimenti balneari da 2.159,74 euro a 1.215,69 euro. Prendendo, ad esempio, il caso di un dipendente con contratto turismo 2022 inquadrato nel livello 7 - che può essere quello attribuito ad un lavapiatti, nella ristorazione, o ad un’addetta alle pulizie, per un hotel – che percepisce uno stipendio lordo di circa 1.300 euro al mese, al netto di imposte arriva uno stipendio netto tre novecento e mille al mese. L’orario di lavoro effettivo previsto dal contratto turismo 2022 è di 40 ore settimanali suddivise solitamente in cinque o sei giornate , ma che possono essere organizzate diversamente per esigenze aziendali e anche su turni. Per far fronte a eventi improvvisi ed imprevedibili o intensificazioni dei servizi richiesti, l’azienda può realizzare diversi regimi di orario con il superamento dell’orario contrattuale, attivando la banca delle ore.

La durata media dell’orario di lavoro, per ogni 45 giorni non deve, però, superare le 58 ore medie settimanali, comprese le ore di straordinario, e per un periodo di 6 mesi, non deve superare le 48 ore settimanali. Per il capitolo riposi, il contratto prevede riposi giornalieri di 2 ore di permesso se l’orario di lavoro è superiore a 6 ore, 1 ora permesso se inferiore a 6 ore di lavoro e un riposo settimanale di 24 ore consecutivo solitamente da svolgere nella giornata in base al tipo di attività svolta può essere stabilito anche in un giorno diverso da decidere in base ai turni del personale. Queste sono le norme sulla carta, oltre la quali, però, c’è una giungla. E solo chi è alla fame si attacca alle liane.

Martina Del Chicca