I due avvocati con i coriandoli nelle vene

Roberto Orlandi e il figlio Gianmarco lavorano nello stesso studio legale e insieme da anni fanno parte dello staff del Baccanale

Roberto Orlandi e il figlio Gianmarco

Roberto Orlandi e il figlio Gianmarco

Viareggio, 22 febbraio 2020 - L’altarino in ufficio, con le foto in maschera, i gadget colorati, la Burlamacca e la bandiera del Polpo, è tutto un programma. Il Carnevale delle ’generazioni’ non si palesa solo tra gli hangar, in mezzo alla colla e alla cartapesta. A volte basta...una taverna. Quella di casa Orlandi, dove oltre trent’anni fa Roberto accoglieva il direttivo del Carnevaldarsena per organizzare la festa su via Coppino e via Paolo Savi. E dove è cresciuto il piccolo Gianmarco, ascoltando, chiedendo, imparando. Oggi, Roberto e Gianmarco lavorano insieme allo studio legale Orlandi. Entrambi avvocati, non li lega solo la professione, ma anche la grande passione per il mondo del Carnevale. E i loro occhi, della medesima tonalità di azzurro, si illuminano alla stessa maniera quando raccontano le emozioni, gli sforzi e le soddisfazioni sotto l’egida del Polpo.

«Io c’ero già negli anni ’70 – racconta Roberto –; abitavo in Darsena e avevo un gruppo di amici darsenotti. Il nostro giro erano il Cro e il bar Stadio...e un giorno arrivò la chiamata del Fedeli che ci chiedeva una mano per lo svolgimento della sfilata. La passione per il Carnevale ce l’avevo nel sangue: me l’aveva passata mio padre Josè, professore che organizzava veglioni e feste per le scuole. All’epoca la concentrazione era al piazzale della stazione vecchia, arrivavano anche gli altri rioni con carri e carrette. La differenza tra ieri e oggi è che negli anni ’70 tutto il quartiere partecipava: c’erano i darsenotti che aprivano le case, si viveva la Darsena tutto l’anno e tutta l’immaginazione era incanalata verso la festa". Poi, negli anni ’80, il grande passo, quando Roberto è entrato nel direttivo. "Erano gli anni del Puccetti. Si facevano tutti quegli scherzi famosi che poi sono rimasti nella storia". Intanto, nell’89, nasce Gianmarco, che viene su a pane e polpo. "Da piccolo mi portavano alle cucine e a fare il portastendardo della Polpo Band. Vedevo il consiglio che si riuniva e mi ricordo che cercavo di capire e quali fossero i problemi da sviluppare". I ’gradi’ , per Gianmarco, arrivano nel 2014, quando il direttivo del Carnevaldarsena – di cui fa ancora parte Roberto – chiede a lui e al suo gruppo di amici di aprire nuove strade per stimolare la partecipazione al Rione. E’ così che nasce la Cena delle Mascherate, che ieri sera ha toccato la sesta edizione (nel 2015 ci fu una pausa). E nel 2016 arriva pure l’avvicendamento in seno al consiglio: Roberto lascia dopo quasi trent’anni, entra Gianmarco con la nuova infornata sotto il presidente Massimiliano Pagni e il vice Alessandro Summonti. Con un obiettivo: riportare il Baccanale ai fasti di un tempo, vivere quei momenti che dai racconti di Roberto sono sconfinati nella leggenda.

«Il Rione Darsena era gioia, era spensieratezza – rievoca Roberto – da ottobre si pensava alle carrette, i vestiti si immaginavano d’estate. Tutte le sarte della Darsena lavoravano per il rione. La gente veniva a chiedere manifesti, bandierine, addobbi. Un anno si lanciò un appello per addobbare via Coppino e venne fuori uno spettacolo. Poi, col passare degli anni, si è inceppata la partecipazione della gente, è venuto a mancare lo spunto dei primi anni. Ma sogno che i darsenotti possano tornare a dare una mano spontaneamente alla festa". Proverà a pensarci Gianmarco: "E’ l’obiettivo della nostra consiliatura. Nel piccolo ci stiamo riuscendo: ora puntiamo a riaprire le case". Daniele Mannocchi