Goletta Verde boccia Fiumetto "La foce del fosso è inquinata"

E’ l’esito dei risultati delle analisi condotte da Legambiente sulle coste della Toscana. Ok Lido di Camaiore. Acqua giallognola a Motrone, il Consorzio di bonifica respinge le accuse: "Siamo estranei al fenomeno"

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di Daniele Masseglia

A maggio c’era stata la prima avvisaglia, con il divieto di balneazione scattato a sud della foce del fosso Fiumetto. L’ordinanza di revoca arrivò quasi subito, ma è nulla in confronto alla sentenza arrivata ieri da Goletta Verde: le acque della foce del Fiumetto sono inquinate. Una bocciatura netta che inserisce la località pietrasantina tra le undici risultate oltre i limiti di legge su un totale di venti punti di prelievo lungo tutta la costa della Toscana. Le analisi sui campioni d’acqua effettuate durante la campagna di Legambiente, con gli esiti presentati ieri a Firenze, hanno infatti certificato che anche a Fiumetto il parametro degli enterococchi intestinali è superiore a 200 Ufc (Unità formanti colonie ogni 100 millilitri) e l’escherichia coli superiore a 500 Ufc. Promosse invece le acque di Lido di Camaiore dopo l’analisi effettuata sulla spiaggia di fronte al fosso dell’Abate.

I campioni sono stati prelevati dai volontari e dalle volontarie di Goletta Verde tra il 20 e il 22 giugno, con le analisi che sono state eseguite entro le successive 24 ore dalla “Idroconsult laboratori riuniti“ di Calenzano (Fi) e dalla “Bioconsult“ di Follonica (Gr). Complessivamente, dei 20 punti analizzati 6 sono risultati fortemente inquinati, 5 inquinati e 9 entro i limiti. "Il lavoro che facciamo ogni anno con Goletta Verde – spiega la portavoce Federica Barbera – non vuole sostituirsi a quello delle autorità competenti, bensì denunciare una situazione di ritardo cronico del nostro Paese sul fronte della depurazione dei reflui. Il nostro mare è la principale vittima sacrificale della mancata depurazione sulla terra ferma, ossia di adeguati sistemi di trattamento dei reflui, sia urbani che industriali. Uno dei tanti mali italiani con conseguenze gravi soprattutto per lo stato di salute del mare". In base ai dati forniti dalle analisi, il presidente di Legambiente Fausto Ferruzza e il direttore Federico Gasperini parlano di un "rimescolamento delle carte". "Assistiamo a un lieve ma sostanziale miglioramento delle stazioni settentrionali della costa apuo-versiliese, storicamente più inquinate – spiegano – e contemporaneamente a un deterioramento della costa meridionale".

Sull’altra magagna scoppiata a Marina, ossia l’acqua giallognola dalla foce del Motrone, il presidente del Consorzio di bonifica Ismaele Ridolfi respinge le accuse di sindaco e balneari. "Siamo meravigliati – dice – in quanto il consorzio in quella zona non conduce attività che possano generare un problema di questa natura. Anche l’attività delle idrovore, indispensabile a garantire la sicurezza idraulica del territorio, avviene di notte e quindi in orari non compatibili con il fenomeno. Idrovore, è bene ricordare, che servono per tenere asciutti terreni bonificati, oggi fortemente urbanizzati, che altrimenti tornerebbero paludosi. E’ un’attività che non può essere interrotta e che conduciamo, ribadisco, di notte. Ad ogni modo, con spirito di massima collaborazione, proponiamo al Comune e ai balneari un sopralluogo congiunto per individuare le cause del problema".