Giorgio Michetti, a 106 anni dipinge in strada. E su Facebook ha 16mila like... / VIDEO

Classe 1912, ha condiviso l’adolescenza con Tobino e Luciano Zacconi, figlio di Ermete

Giorgio Michetti, 106 anni (foto Umicini)

Giorgio Michetti, 106 anni (foto Umicini)

Viareggio, 15 maggio 2018 - Se hai qualcosa dentro, allora hai qualcosa da esprimere. L’ispirazione nasce dall’anima, dal cuore: parola di Giorgio Michetti, che nonostante i suoi 106 anni continua a dipingere e insegnare, sia dal vivo che sul web. E non pensa per niente ad appendere la matita al chiodo, perché ha ancora tanto da dare alla sua Viareggio e al mondo dell’arte. Michetti si è esibito live durante “Versilia Yachting Rendez-Vous”, calamitando l’attenzione di tanti, giovani e non, tutti a capannello ad ammirarlo. E lui, serio, concentrato e impassibile, ha disegnato “Il vento e l’onda”, dipinto che prende spunto da una sua poesia, che inizia con il loro incontro: “Da allora se ne vanno per il mondo. Compagni, dolci, solidali, folli” recita davanti a tutti. Applausi.

Il vento è rappresentato da uomo che soffia, e fa arrabbiare l’onda, una donna, che spruzza schiuma dai capelli. "Tutto nasce in testa, poi è come se la mano andasse da sola", ci rivela.

Classe 1912, Michetti ha condiviso l’adolescenza con Tobino e Luciano Zacconi, figlio di Ermete e a 17 anni ha tenuto la sua prima a Castiglioncello, ricevendo i complimenti di Pirandello. Per poi fare dedicarsi anche alla grafica e continuare a dipingere, entrando di forze nel genius loci viareggino dell’epoca assieme a Renato Santini, Danilo Del Prete, Mario Marcucci, lo scultore Alfredo Morescalchi e lo scrittore Silvio Micheli.

Nonostante non s’intenda di tecnologia, come ammette, la sua pagina Facebook è seguita da oltre 16mila persone e alcune sue lezioni di pittura su Youtube sfondano le 50mila visualizzazioni. Roba da far invidia agli Youtuber. Lui che ci dice: «Voglio vivere la modernità». Lui che ha ancora una verve e una lucidità da far invidia ai giovani, lui che parla e scherza con tutti, si racconta. Poi un ragazzo gli chiede di autografare il catalogo e gli dice «Maestro, lei è bravissimo». E lui risponde: «Ci credo, sono cent'anni che dipingo».