Sommelier morto nell'incidente, gli amici gli rendono omaggio stappando champagne

Viareggio, il funerale di Nicola Dallori, morto a soli 44 anni nello scontro fra il suo scooter e un'auto a Fiumetto

Lo champagne viene stappato al termine del rito (foto Umicini)

Lo champagne viene stappato al termine del rito (foto Umicini)

Viareggio, 25 agosto 2019 - La chiesa e il sagrato di Don Bosco a Viareggio pieni di gente sgomenta. Incredula e anche arrabbiata di fronte all’atroce destino che s’è portato via Nicola Dallori, appena 44 anni. Così i tanti mondi di Nicola, personalità carismatica, hanno voluto salutarlo: la sua famiglia straziata, la città e la Versilia, l’universo della sommellierie, i colleghi ristoratori, i clienti.

All'inizio della messa funebre il parroco, don Antonio, s’è subito riferito all’incomprensibilità di fronte a questa tragedia: Dallori è morto prima dell’alba di venerdì, poche ore dopo essere stato travolto, col suo scooter, da un’auto all’uscita dal lavoro all’Osteria del Mare del Forte. Concetti ripetuti dal sacerdote dopo la lettura di passi dal Libro di Isaia e dal Vangelo secondo Luca. Don Antonio ha paragonato l’attonimento dei seguaci di Gesù, con lui dalla Galilea a Gerusalemme, che non s’aspettavano la crocifissione, a quello dei parenti di un uomo che torna a casa dopo il lavoro e finisce travolto e ucciso sulla strada. Un monito, per chi crede, a cercare risposte nella fede e nella promessa della resurrezione, perché «non tutto è finito con la morte». Parole rivolte anche alla moglie di Antonio, Sara, «che ha il diritto di essere arrabbiata».

La rabbia, o qualunque altro sentimento, non restituiranno Nicola Dallori alla moglie: né alla figlia Anita di 11 anni, né alla di lui madre Grazia. Non ai parenti, comprese le famiglie Bernardini e Maldini. E nemmeno alle tante persone che hanno avuto modo di conoscerlo in questi anni di attività nell’enologia e nella ristorazione.

Nicola Dallori in un momento di relax in piscina. Era molto conosciuto e apprezzato
Nicola Dallori in un momento di relax in piscina. Era molto conosciuto e apprezzato

E dentro all’Associazione italiana sommelier, ieri presente in Don Bosco con una delegazione in divisa, guidata da Claudio Fonio. Perché Nicola non era solo un grande conoscitore dei vini, dei distillati: era anche un maestro della tecnica di servizio, delle mise-en-place, dell’intrattenimento del cliente, doti testimoniate da tanti ricordi affidati ai social. Infatti in chiesa, mescolati tra i molti in modo anonimo, si sono ritrovati gestori vecchi e nuovi dei locali della Versilia, barmen che hanno fatto la storia di questa terra, giovani e meno giovani sommelier e riatoratori, e anche molti giovani che hanno affinato le conoscenze lavorando con lui.

All’uscita del feretro amici e colleghi hanno stappato champagne. Nel ricordo di tanto amore per il lavoro, e tanta simpatia verso le persone, l’Ais sta programmando una manifestazione, un evento enologico, che sarà intitolato a Nicola Dallori per perpetuarne la memoria. «In alto i calici», avrebbe detto.

b.n.