Fuga dalla discoteca, i ragazzi hanno paura

Saltata la serata con Albertino Dj, troppa poca gente. Il gestore Belluomini: "Contro di noi fango social". Un boomerang per la movida.

Serata in discoteca

Serata in discoteca

La prima vittima del Covid in discoteca è Albertino Dj: troppi pochi clienti per l’annunciato mega evento al Seven Apples, e lui non ha suonato. I giovani hanno scoperto dai social di non essere immuni al Covid, e ora scappano dalle discoteche e dai locali della movida. Sarebbe bastato che indossassero le mascherine, magari con un po’ di distanziamento: ma ormai c’è il contagio tra clienti del locale, dopo il caso della studentessa pisana, e ora c’è la corsa al tampone. Il rischio della seconda ondata virale fa paura.

“Sono dispiaciuto, non voglio dire altro”, ha dichiarato il deejay Albertino: la sua serata non c’è stata perché il Seven era semi deserto. Daniele Belluomini, uno dei tre fratelli gestori del locale, se la prende col tam tam dei social: “Abbiamo ricevuto tante disdette dopo la notizia della ragazza positiva al Covid. Siamo rattristati dal fango che ci hanno tirato addosso sui social, ma noi siamo stati i primi a chiudere addirittura prima del lockdown, rinunciando a un weekend da sold-out. E abbiamo riaperto in ritardo per garantire tutte le regole di sicurezza, per tutelare la salute di tutti. Con la capienza contingentata gli incassi non sono certo quelli degli anni scorsi. Al Seven rispettiamo tutti i protocolli, e poi nelle piazze, sulle strade, ai pontili, sulle spiagge e per strada è una giungla“.

Prima le smentite (ma è vero che smentiva anche l’Asl), poi l’ammissione dell’autorità sanitaria il martedì pomeriggio, quando la notizia vera era già arrivata martedì mattina. Belluomini comunque, dopo i tamponi, ha messo questo post su Facebook: “Invitiamo chiunque sia stato presente nella serata di sabato ad inviare all’Asl la segnalazione secondo le giuste modalità comunicate”. Le discoteche, soprattutto quelle che non hanno spazi all’aperto e quindi sono come "morte", vivono una crisi terribile. Dopo i mesi forzati di stop, alcuni locali sono ancora chiusi come il Dancing Papillon e l’Hangar, altri si sono riconvertiti con cene spettacolo spesso blindatissime.

Ma tutto il settore della movida versiliese soffre nell’estate del Covid-19: i tavoli dei locali degli apericena di Lido di Camaiore, affollatissimi ai tempi del buffet, sono mezzo vuoti (altri, in mano a furbetti, sono già stati multati). La Versilia da bere non tira più. Le feste in spiaggia sono sparite o quasi, così come la maggior parte dei concerti nei locali. Tante persone hanno perso il lavoro o sono in cassa integrazione. Resistono i discobar dei viali a mare, da Forte dei Marmi fino Viareggio, passando per Lido, Pietrasanta e Marina e fino a Torre del Lago dove ci sono i locali gay friendly.

Si tratta di locali che possono contare su grandi spazi esterni, ma anche strade e piazze pubbliche dove i giovani si riversano dopo la mezzanotte. E lì, sul suolo pubblico, c’è di tutto fuorché la mascherina sulla faccia. E’ la movida-fai-da-te: casse stereo e alcolici portati da casa, festa in spiaggia e per strada. Ma con l’annunciato aumento dei controlli, i nonni a rischio di contagio "nipotale" possono dormire tra due guanciali, Speriamo non diventino i guanciali di terapia intensiva.

Dario Pecchia