
L’annosa diatriba sugli usi civici e sulla titolarità dei beni collettivi, adesso va ulteriormente a complicarsi
I 5 cittadini sorteggiati dalla Regione per rappresentare la posizione della montagna sull’annosa questione degli usi civici, sono stati rimandati a casa dal giudice. Colpo di scena nel contenzioso finito alla Corte d’Appello di Roma. Erano presenti infatti i 5 rappresentanti delle frazioni montane che la Regione ha estratto a sorte (procedura duramente contestata sia dai comitati e dai partiti locali che da associazioni ambientaliste) per rappresentare gli abitanti della Montagna di Seravezza. "Mi sono presentata – precisa Sara Galleni del Cotec Asbuc, risultata una dei sorteggiati – per sostenere le elezioni democratiche degli organi amministrativi dell’esistente Asbuc che è l’unico ente deputato a rappresentare i cittadini attraverso legittime elezioni dei suoi componenti". "Ma nell’udienza – prosegue Rosario Brillante del Cipit – i giudici ci hanno informato che la Regione Toscana non ha chiesto di costituire in giudizio i 5 nominati e non aveva nessun titolo di inviare a proprie spese i 5 nominati alla Corte di Appello sezione speciale usi civici di Roma. Sulla esecuzione dell’ordinanza del 2 luglio scorso andranno effettuate alcune importanti verifiche circa la sua effettiva e dubbia legittimità. L’azione svolta dalla Regione ha contribuito, a quanto pare, più a complicare che a semplificare la situazione, tanto è vero che alle accuse mosse in aula del sorteggio con procedura non democratica, ha fatto seguito anche la richiesta di ritiro dell’ordinanza del 2 luglio, che a quanto pare non è stata ben compresa dalla Regione". Per giunta la Corte ha comunicato che due terzi del collegio giudicante saranno sostituiti e che pertanto l’udienza è rinviata al 5 maggio 2026. La parola passa ora alle prossime udienze di marzo al Commissario agli Usi Civici Lazio, Toscana, Umbria dove è aperta la procedura che porterà a concludere con sentenza uno dei procedimenti avviati dai frazionisti.