Strage di Viareggio, sgomberato il gazebo dei familiari delle vittime

Rra in piazza Mazzini. I vigili: "Erano senza permessi"

Il gazebo dell'associazione 'Il mondo che vorrei'

Il gazebo dell'associazione 'Il mondo che vorrei'

Viareggio, 12 novembre 2018 - Allontanati da piazza Mazzini. Sgomberati per occupazione abusiva di suolo pubblico. Con educazione. Ma con fermezza e intransigenza. Appellandosi alla forma. No, non stiamo parlando di clandestini, rom o venditori abusivi. Parliamo dei volontari dell’associazione ‘Il Mondo che vorrei’, uomini e donne che portano nel cuore e sulla pelle le ferite della strage del 29 giugno 2009 e che si preparano a vivere il processo di Appello che si apre domani a Firenze.

Erano proprio lì in piazza Mazzini con un piccolo gazebo per informare e sensibilizzare sulla vicenda le persone che ieri erano a Viareggio per fare due passi in Passeggiata. Avevano pagato il suolo pubblico (40 euro) e avevano l’autorizzazione di I-Care, sebbene vincolata alla concessione del patrocinio da parte dell’amministrazione comunale. «Tranquilli, una formalità», hanno garantito dalle stanze del Palazzo, da cui ieri trapelava però che «nessuna richiesta di patrocinio era arrivata in giunta venerdì scorso».

Fatto sta che in assenza del patrocino è decaduta l’autorizzazione. Sebbene il suolo pubblico fosse stato pagato. E su questo, chiamiamolo equivoco o intoppo burocratico, si sono inseriti gli agenti della polizia municipale. Che non hanno voluto sentire ragioni. Poco dopo le 15 hanno iniziato la verifica e nonostante i rappresentanti del Mondo che vorrei mostrassero i documenti in loro possesso, hanno garbatamente invitato i manifestanti a smontare. A portare via baracca e burattini e a rimuovere lo striscione con i volti delle 32 vittime della strage. A niente è servito il tentativo di mediazione, via telefono, da parte del sindaco Giorgio Del Ghingaro che ha parlato con il tenente dei vigili Castellani.

Quest’ultimo ha preso atto delle promesse verbali che erano state fatte dal primo cittadino al Mondo che vorrei, ma ha ribadito anche a lui che avrebbe comunque predisposto una relazione e firmato un verbale con la sanzione amministrativa per occupazione abusiva di suolo pubblico. Alle 16,30 il gazebo è stato mestamente smontato.

«La prossima volta andremo a Lido di Camaiore», ha detto Marco Piagentini. «Documenti ufficiali in mano non ne avevamo – ha sottolineato – ma abbiamo allestito lo stand in buona fede perché avevamo avuto rassicurazioni al riguardo». Non lo dice, ma la delusione sua e degli altri esponenti dell’associazione è enorme per questa beffa basata sulle forme e consumata proprio nella loro città. In fondo, come sentenziavano illo tempore i latini... Summo iure, maxima iniura. La barzelletta è che 300 metri verso il canale Burlamacca, poco oltre il piazzale Margherita, c’era un musicista che intratteneva il pubblico. Suonava e cantava, peraltro molto bene, va detto. Ma, crediamo, senza aver avuto alcuna autorizzazione, senza aver pagato il suolo pubbico, senza aver il patrocinio del Comune. E senza versare i diritti alla Siae. Sempre formalmente parlando.