Espulsi i richiedenti asilo violenti

Pugno duro della Questura contro chi si macchia di reati gravi: in tre mesi rimpatriati diciassette stranieri

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Negli ultimi mesi vi è stato un forte incremento delle espulsioni eseguite dalla Polizia, in tutto il territorio provinciale, che hanno comportato il rimpatrio nel Paese di origine di cittadini stranieri che si sono distinti per fatti gravi compiuti sul nostro territorio. Fra questi anche alcuni richiedenti asilo. Solo negli ultimi 3 mesi, per esempio, sono stati 17 gli uomini espulsi con decreto del Prefetto e accompagnati alla frontiera o ai CPR con ordine del Questore, 31 da inizio anno "con evidenti riverberi positivi – sostiene il Questore – sul territorio in termini di riduzione dei reati e maggiore percezione di sicurezza". Gli accompagnamenti ai CPR, di cui l’ultimo avvenuto nel pomeriggio di ieri al centro di Potenza, hanno riguardato anche i richiedenti asilo con gravi precedenti penali, pericolosi per l’ordine e la sicurezza pubblica, che attenderanno nei centri l’esito del relativo procedimento amministrativo. Negli ultimi giorni poi sono stati espulse tre persone che Avevano commesso violenze sessuali e maltrattamenti in famiglia. Tre casi distinti, ma purtroppo molto simili nelle dinamiche fatte di violenze, minacce, prevaricazioni. Ai danni della moglie, della convivente, dei figli.

Il primo rimpatrio riguarda un albanese di 32 anni che in passato aveva violentato una ragazza minorenne. L’uomo – in passato convivente con una donna italiana e già indagato anche per le minacce rivolte alla donna e al figlio – è accusato di aver tenuto nei mesi scorsi un atteggiamento vessatorio e prevaricatore verso la nuova convivente, sfociato anche in atti violenti. Benché fosse gravato dal divieto di avvicinamento alla casa familiare e ai luoghi frequentati dalla persona offesa, aveva sistematicamente violato le misure disposte dal giudice, cosicché, nel giugno scorso, gli uomini della Volante della Questura l’avevano anche tratto in arresto, dopo averlo sorpreso a litigare casa della donna.

Analoga sorte di espulsione per un cittadino tunisino nonostante fosse padre di un minore cittadino italiano. Anche lui con un curriculum criminale rilevante, reiterate segnalazioni per reati gravi come rapina e violenza sessuale, aveva cercato in tutti i modi di rimanere sul territorio nazionale strumentalizzando il rapporto di genitorialità, nel concreto inesistente. Gli accertamenti condotti dall’ufficio immigrazione hanno consentito di dimostrare che, sebbene padre di minore cittadino italiano, di fatto ha perduto i propri riferimenti parentali, avendo interrotto i rapporti con la moglie dopo che la donna ha presentato denuncia querela per maltrattamenti in famiglia. L’uomo era sconosciuto agli stessi servizi sociali competenti. Altro recente rimpatrio riguarda un Tunisino, che a Lucca e in Versilia aveva destato allarme sociale per aver commesso fatti particolarmente gravi, fra cui tentato omicidio, lesioni personali gravi, molestia sessuale contro minori, reiterati furti aggravati, resistenza a pubblico ufficiale, guida sotto l’influenza dell’alcol.

Red.Viar.