Hashish a tonnellate, 18 arresti: due in Versilia

Si tratta di due cinquantenni entrambi residenti a Lido di Camaiore

Parte della droga sequestrata

Parte della droga sequestrata

Viareggio, 19 settembre 2018 -  Dal Marocco all’Italia, riuscivano a muovere con ogni mezzo un fiume di droga. Ma ieri, all’alba, un’organizzazione dedita all’importazione di grossi quantitativi di hashish è stata definitivamente decapitata. Con un blitz la squadra mobile di Bologna e il Servizio centrale operativo della Polizia – in collaborazione con le omologhe di Milano, Bari, Foggia, Lucca, Pescara, Chieti, Verona e Venezia – ha eseguito 18 ordinanze di custodia cautelare, emesse dal gip presso il Tribunale di Bologna, nei confronti di altrettante persone che ora dovranno rispondere di detenzione ai fini di spaccio in concorso e associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti.

Ai domiciliari sono finiti anche due versiliesi: Edoardo Brunoro, 52 anni di Lido di Camaiore e Stefano Masoni, 59 anni originario di Pisa, anche lui residente a Lido. Fu Brunoro secondo gli investigatori – dal 2012 al lavoro – a realizzare nel suo cantiere navale di Bicchio, con l’aiuto di Masoni e su incarico dell’organizzazione criminale, un vano segreto sotto il pavimento del ponte dell’imbarcazione «Cafè del Mar» dove stipare i carichi di droga che salpando dal Marocco erano a diretti a Marina di Pisa.

Qui il 2 luglio 2014 a bordo dell’imbarcazione la Polizia trovò e sequestrò 124 pacchi di hashish per un peso complessivo di 2.956 chili.«Si trattava di un attracco privato dove si accedeva solo con un telecomando – ricorda il commissario della narcotici Guido Quattrucci – quindi siamo stati costretti a organizzare un intervento via acqua comunicando a gesti, poiché l’imbarcazione era dotata di un potente jammer, che copriva per circa 200 metri tutte le onde radio». Ma in realtà gli agenti sapevano dove cercare: la barca infatti era stata già individuata nei cantieri viareggini, quindi gli agenti andarono a colpo sicuro, scovando una botola e quindi una stanza ricavata nel vano motore, dove era stipato lo stupefacente. In quell’occasione furono arrestate cinque persone: le tre a bordo dell’imbarcazione e altre due arrivate da Milano con un furgone per caricare la droga, che avrebbe dovuto essere venduta in varie piazze italiane. Visto l’insuccesso del trasporto via mare, la banda richiese ad un altro fornitore marocchino, noto come ‘Simon’, 537 chili di hashish per un valore di 230mila euro, poi arrivati a Cernusco sul Naviglio il 29 settembre 2014 a bordo di un camion proveniente dalla Spagna. Anche in quel caso, però, la Polizia aveva saputo tutto in anticipo, intercettò il carico arrestando le tre persone a bordo del camion.

Mdc