Il Comitato ’Sanità Pubblica’ scende in campo oggi al fianco del Coordinamento nazionale ’Dico 32’, per una giornata di mobilitazione per il diritto alla salute, alla sanità pubblica e all’ambiente. "L’emergenza ha evidenziato come un sistema basato sul profitto e sul mercato non sia in grado di garantire la protezione dell’intera collettività", spiegano i coordinatori del Comitato, evidenziando la necessità di "ricostruire un sistema sanitario pubblico, e non regionalizzato, per la prevenzione sul territorio e di cui le Rsa siano parte".
Secondo i membri del Comitato, occorre un cambio di rotta rispetto al passato. "Decenni di tagli, privatizzazione e ’aziendalizzazione’ della sanità hanno trasformato il problema in una tragedia – continuano – e la gravità della situazione è stata determinata, negli ultimi 20 anni, dai tagli al personale e ai posti letto, dalle dismissioni di ospedali e distretti sanitari, dallo smantellamento della medicina territoriale".
Ma ora, con il Covìd, il vaso si è scoperchiato. "La pandemia ha reso visibili le responsabilità che hanno provocato il disastro: governi, regioni, direzioni aziendali ospedaliere e Asl". Intanto, "dal 2021 gli ospedali privati si vedranno raddoppiati gli accreditamenti e le prestazioni, che consentiranno di fare esami con guadagni maggiori a scapito della sanità pubblica". Per questo il Comitato si mobilita per chiedere "una sanità universale, pubblica, laica, di qualità, rimuovendo ogni ipotesi di ’regionalismo differenziato’". E poi ancora "assunzioni immediate, condizioni di lavoro e sicurezza migliori, retribuzioni adegiate e reinternalizzazione dei lavoratori".